
Germania al voto per rinnovare il Bundestag: "Elezioni decisive". Gli scenari

La Germania torna oggi al voto per rinnovare il Bundestag, il parlamento federale, e circa 59,2 milioni di tedeschi sono chiamati alle urne. Stando agli ultimi sondaggi, l'alleanza di centrodestra di Friedrich Merz, l'Unione Cristiano-Democratica e il suo partito gemello bavarese, l'Unione Cristiano-Sociale, si confermano in pole position. L'ultima rilevazione conferma una netta affermazione di Cdu/Csu. I conservatori sfiorano il 30% (29,9%) e sono in crescita del 6 per cento rispetto al 24% del 2021. Al secondo posto è salda l'AfD. L'estrema destra Alternativa per la Germania è data al 19,7% (piu' del doppio del 9,3% del 2021) e di 145 seggi. Resta invece in caduta libera l'Spd, nonostante le speranze del cancelliere uscente Olof Scholz. Al momento non arriverebbe neppure al 16% (15,7). I Verdi sono dati in discesa di 2 punti al 12,7%, che però si traducono in un calo in termine di seggi.

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La locomotiva d’Europa vive un momento particolarmente complicato avvolto sempre più da incertezze politiche ed economiche. Nel 2024, il Pil è calato dello 0,2 per cento, dopo che nel 2023 la contrazione era stata dello 0,3%. Vi è poi il tema dell’immigrazione e della sicurezza, percepite all’interno del Paese come sempre più fuori controllo. «Saranno elezioni decisive, non so se le più importanti nella storia della Germania, ma sicuramente le più importanti per lo sviluppo dell’Unione europea»: è l’analisi del politologo Marco Valbruzzi, intervistato dall’Agi. «Tutta l’Ue» commenta Valbruzzi, professore di Scienza Politica all’università Federico II di Napoli «si trova in una situazione drammatica, attaccata - in mero senso geopolitico - sia da destra che da sinistra. Queste elezioni potranno dunque essere decisive per capire se il motore dell’Ue sarà in grado di rispondere a queste sfide che arrivano dall’Atlantico e dalla Russia».

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Le parole di Vance a Monaco e il precedente sostegno di Elon Musk ad AfD, hanno compattato le principali forze europeiste tedesche. Da un lato si potrebbe dunque profilare una coalizione tra democristiani e socialdemocratici proprio perché spinti in quella direzione dalle posizioni assunte da Washington. «L’attacco così esplicito nei confronti della Germania», prosegue il professore, «sta spingendo i partiti europeisti a convincersi che l’unica via d’uscita di fronte a questo attacco convergente sia l’unione tra le due principali forze politiche europeiste rimaste in Germania: i cristiano democratici e i socialdemocratici». La strada verso una coalizione tra Cdu e Spd, probabilmente già aperta perché i numeri non danno altre indicazioni, è credibile. Tutto spinge nella direzione di un aggregato tra le due principali forze politiche tedesche. «Tuttavia», avverte Valbruzzi «questo avrà un impatto anche sugli elettori di AfD, che a questo punto si sentiranno ancora più motivati dalla spaccatura tra partiti europeisti e antieuropeisti, che ogni giorno risulta sempre più forte».
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