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Nato, la rassicurazione di Cavo Dragone sull'Ucraina: “Non ci tiriamo indietro. Putin ha fallito”

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«Continuare a supportare l’esercito ucraino è l’unico modo per garantire la pace giusta con la Russia. E la Nato non si tira indietro». È questo l’indirizzo, delineato in un’intervista al Corriere della Sera, dato dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato sul conflitto in Ucraina. «Le forze armate di Mosca riportano limitati successi sul terreno con perdite gravissime. Parliamo di 7-800 soldati russi morti o feriti al giorno, oltre 800.000 dall’inizio della guerra. Ma ho visto una determinazione invariata nei vertici ucraini, convinti come nei primi giorni a difendere il loro territorio e non cedere alla violenza russa - continua -. Insieme, è palese il fallimento strategico di Vladimir Putin, siamo a tre anni di guerra e lui mirava a vincere in tre giorni». 

 

 

Quanto alle parole di Donald Trump sul colloquio con Putin, Cavo Dragone si esprime così: «Non so nello specifico. Sono nella stessa condizione del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ammette di non sapere, anche se i colloqui magari sono avvenuti. Posso soltanto dire che ogni dialogo è benvenuto. Dal punto di vista della Nato, la posizione non cambia, miriamo alla sicurezza transatlantica, indipendentemente da eventuali sviluppi politici o diplomatici tra Putin e Trump. Siamo alla vigila di tre appuntamenti dove i semi di questi scambi potrebbero germogliare. La riunione del Gruppo di Contatto per la difesa dell’Ucraina a Ramstein, poi la ministeriale Difesa, dove verrà anche Umarov con il nuovo collega americano, e infine la Conferenza sulla Sicurezza a Monaco il 15-16 febbraio, dove potranno esserci importanti rivelazioni per illuminare la nebbia in cui oggi ci muoviamo a fatica». 

 

 

E la pace? «La Nato crede in tre punti. Dare forza all’Ucraina perché non negozi da debole, garanzie di difesa al suo esercito e rispetto del diritto internazionale», osserva Cavo Dragone. «A Kiev si percepisce chiaramente che la Russia prosegue senza sosta l’aggressione militare. Non si palesano segnali concreti che Putin intenda davvero negoziare una pace giusta e duratura. E la Nato ripete che la pace non può essere un semplice congelamento del conflitto, che oltretutto dia il tempo alla Russia di riorganizzarsi e riprendere l’invasione più violenta di prima. Il segretario generale della Nato ribadisce che l’unica soluzione resta di continuare a rafforzare l’Ucraina in modo che questa, quando deciderà di negoziare, lo farà da un punto di forza. Zelensky - la chiosa del militare - mi ha detto che la macchina militare russa non ha flessioni, non mostra disponibilità al dialogo».

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