Gaza, l'ultima parola "spetta a Mohammed Sinwar": chi è il leader "ombra" di Hamas
Hamas ha accettato la bozza d’accordo per un cessate il fuoco nella martoriata striscia di Gaza e nelle prossime ore rilascerà le prime 5 soldatesse israeliane in cambio di 250 detenuti palestinesi. Dopo il disco verde di Mohammed Sinwar, il nuovo leader "ombra" che guida Hamas, descritto come più feroce del fratello ucciso, il cessate il fuoco e la tregua sono stati sottoposti all’approvazione finale del governo di Gerusalemme. Ma chi è il nuovo capo dell'organizzazione politica palestinese islamista? Tanto abile quanto spietato, tanto potente quanto imprendibile, Mohammed Sinwar è considerato il nuovo leader di Hamas da quando, il 16 ottobre, il fratello maggiore Yahya è rimasto ucciso in un raid israeliano. Si dice - la sua è una storia piena di "Si dice perché ben poco si sa di certo" - che condivida la guida dell’organizzazione con Izz al-Din Haddad, ma sua sarebbe l’ultima parola nei negoziati per la tregua a Gaza. "O l’accordo mette fine alle sofferenze del popolo di Gaza e giustifica il sangue versato e il loro sacrifici o Hamas continuerà la sua battaglia", si legge in un messaggio scritto ai negoziatori inviati a Doha, pubblicato dal Wall Street Journal.
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Mohammed è nato nel 1975 nel campo profughi di Khan Younis, dove la famiglia aveva trovato rifugio dopo la fuga da Ascalona nel 1948. Brevi studi nelle scuole gestite a Gaza da l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unrwa), poi Mohammed si dedica anima e corpo alla battaglia politica - e armata - con Hamas durante la prima Intifada tra il 1987 e il 1993. Secondo diverse fonti, negli anni Novanta Sinwar Jr prende parte alla pianificazione di numerosi attenti suicidi, costati la vita a decine di israliani. Arrestato, sconta 9 mesi in una prigione israeliana poi viene trasferito in un carcere di Ramallah da dove evade nel 2000. Il giovane Mohammed scala i gradini delle Brigate dei Martiri Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas; nel 2005 ne prende il comando regionale e si avvicina a Mohammed Deif, capo indiscusso delle Brigate, anche lui ucciso in un’azione israeliana lo scorso luglio. In quel periodo, Yahya è detenuto. Ed è proprio il fratello minore a ideare il piano che lo farà tornare libero; ci vorrà tempo, ma riuscirà.
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Mohammed è tra gli organizzatori del rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit, il 25 giugno del 2006. Il giovane caporale sarà rilasciato cinque anni dopo, nell’ottobre del 2011, in cambio della liberazione di 1027 detenuti palestinesi, fra cui appunto Yahya Sinwar. Mohammed resta nell’ombra per decenni; non partecipa neppure al funerale del padre, nel 2022. Israele mette sulla sua testa una taglia di 300.000 dollari e si dice che prima dell’inizio della guerra a Gaza abbia distrutto la sua abitazione e tentato di ucciderlo diverse volte, più di qualunque altro esponente palestinese, sempre senza successo. Anche per Tel Aviv il frateello di Yahya è un mistero e questo, secondo diversi analisti, perché ha passato troppo poco tempo nelle prigioni israeliane per consentire di raccogliere abbastanza elementi sulla sua personalità, il suo modo di pensare e agire. Sinwar Jr è considerato una delle menti dell’attacco del 7 ottobre 2023, insieme al fratello. Da quando Yayha è morto, sarebbe Mohammed a gestire Hamas in tutto e per tutto. A lui si deve la riorganizzazione del movimento, dopo mesi di difficoltà per l’attacco sferrato da Israele.