attentatore magdeburgo

Magdeburgo, il terrorista odiava la Germania perché non apriva le porte agli arabi

Francesca Musacchio

Un islamofobo che agisce come uno jihadista qualsiasi. É il profilo in apparenza contraddittorio di Taleb Al Abdulmohsen, il 50enne arrestato per l’attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo. Saudita, medico, integrato. In Germania dal 2006 e contrario all’Islam radicale, almeno in apparenza, al punto da esporre pubblicamente, in alcune interviste e con post su X, il suo pensiero riguardo al tema. Questo, secondo la sua narrazione, gli sarebbe costato anche la critica di altri musulmani che aiutava ad ottenere il permesso di soggiorno in Germania. Elementi che nelle prime ore dopo l’attentato, che ha causato 205 vittime, inclusi 5 morti tra i quali un bambino di 9 anni, e 41 persone rimaste ferite gravemente, hanno creato confusione in analisti e osservatori. Come può un sedicente islamofobo compiere un’azione che ricorda in tutto e per tutto quelle commesse da estremisti islamici, che siano lupi solitari o esponenti di cellule terroristiche?

 

  

 

 

Un apparente non senso che però, con il passare delle ore, ha forse trovato una sua logica nell’avversione che Taleb aveva nei confronti dei tedeschi rei, a suo dire, di non accordare permessi di soggiorno a donne e uomini sauditi anche una certa instabilità mentale. Il medico, infatti, accusa la polizia tedesca di controllargli la posta e di aver rubato una chiavetta usb da una lettera. Considera le autorità tedesche corrotte e promette di cercare «giustizia a tutti i costi». Dopo l’arresto, inoltre, sarebbe risultato positivo al test antidroga. Non è chiaro quale stupefacente avesse consumato, ma alcuni tipi di droghe, come il Captagon, sono usate dai terroristi per compiere attentati. Si tratta di un’anfetamina prodotta in Siria e Libano che, tra gli altri, sarebbe stata usata dai terroristi di Hamas che han me di Allah può anche contravvenire alle regole dell’Islam radicale, così come prevede la pratica della taqiyya, la dissimulazione, la possibilità di nascondere o appunto dissimulare la propria appartenenza alla religione. Non sappiamo se questo sia il caso di Taleb. Di certo, al momento, manca una rivendicazione dell’attacco.

 

 

 

Scavando ancora più a fondo nella vita del medico saudita, si scopre che di recente una ragazza lo avrebbe segnalato alla polizia perché aveva manifestato l’intenzione di compiere un attentato usando un’auto. Segnalazione che, a quanto pare, non è stata recepita. Ma non solo. L’Arabia Saudita avrebbe lanciato ben tre avvertimenti alle autorità tedesche proprio riguardo all’uomo. Non è chiara la natura di questi avvertimenti, ma Taleb sarebbe ricercato dal suo Paese d’origine per accuse che riguardano anche il terrorismo e il traffico di ragazze minorenni. La Germania, però, ne avrebbe rifiutato l’estradizione. E la sera di venerdì, giorno di preghiera per i musulmani, sotto effetto di stupefacenti e alla guida in suv si è lanciato sulle bancarelle del mercatino di Natale falciando decine di persone. Emulando, di fatto, le azioni che altri terrono compiuto la strage del 7 ottobre e dal commando che fece la strage a Parigi nel 2015. L’uso di droga, dunque, non è estraneo di lui. alla «dottrina del terrorista» che per compiere stragi in no risti hanno commesso prima