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Guerra in Ucraina, riunione tra leader per la pace: modello Corea e l'aiuto della Turchia

Gabriele Imperiale
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Quale sarà il piano europeo per la pace in Ucraina da consegnare a Donald Trump? È questa la domanda che si sono posti i leader dei maggiori paesi europei in un vertice ristretto organizzato a Bruxelles con Mark Rutte, ex primo ministro olandese e oggi segretario generale della Nato. La necessità di avere un piano condiviso si fa giorno dopo giorno sempre più pressante e quando Trump si insidierà alla Casa Bianca a gennaio, vorrà una risposta da parte dei principali partner europei che, al momento, faticano a trovarla. Come ricostruito da Claudio Tito sulle pagine de La Repubblica, nella residenza privata di Rutte si sarebbero riuniti i leader di Italia, Germania, Polonia, Francia, Olanda e Danimarca e al tavolo la discussione si sarebbe concentrata sul come garantire una possibile pace tra Vladimir Putin e Volodymir Zelensky senza Nato e Onu. Non è un caso che l’incontro sia stato organizzato nella casa di Rutte che, per primo, vorrebbe assumersi l’onere di mediare tra le due parti. Un compito che pare gli abbia affidato ufficiosamente Donald Trump nel loro ultimo faccia a faccia in Florida. Nel meeting Trump gli ha esplicitamente fatto capire quanto per gli Stati Uniti sia necessaria una pace in Ucraina e che a trovare una soluzione diplomatica debbano essere proprio gli europei, i più vicini al conflitto. 

 

 

Tra i leader, così come per Zelensky, la prospettiva di un “frozen conflict” sul modello coreano è in forte crescita e nelle discussioni con Rutte sono stati valutati due dati molto importanti per le future trattative. Il primo riguarda il supporto economico UE a Kiev che, anche nell’ottica di congelare il conflitto, non verrà interrotto. Il secondo è prettamente militare. Mantenere il cessate il fuoco, lungo tutti e i 900 chilometri di confine tra Russia e Ucraina, necessiterebbe di almeno 150mila uomini a presidio. Non verrebbe però schierato nessun americano tra le due forze – come ha già dichiarato Trump – e i soli eserciti europei non potrebbero sostenere un tale contingente neppure valutando l’ipotesi più contenuta di 40-50mila soldati. Allora che fare? 

 

 

Dissidi interni a parte, gli europei sembrano aver valutato positivamente la possibilità di rivolgersi ad Erdogan e alla Turchia per formare un esercito alleato e reggere insieme il fronte. Ma pur con il sostegno della Turchia, a preoccupare i leader europei è ad esempio l’apporto logistico e tecnologico che verrebbe a mancare in caso di scarso, se non nullo, supporto americano. Senza l’esercito statunitense, infatti, l’ipotetica forza euro-turca avrebbe le armi spuntate e difficilmente potrebbe operare in totale efficienza. A questo avrebbe però già risposto Trump: nel faccia a faccia con Rutte, il presidente avrebbe già assicurato che se ne potrà riparlare in seguito a patto che gli europei decidano di intervenire concretamente in Ucraina. Incognite che però non lasciano dormire sonni tranquilli e i leader del Vecchio Continente vedono, giorno dopo giorno, sempre più vicino lo scenario ucraino.

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