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Siria, spuntano le bandiere dell'Isis a Latakia. Giallo sul video choc
Sta facendo il giro del web un video in cui presunti terroristi di Hayat Tahrir al-Sham, affiliati all'Isis, sfilano per le strade della provincia di Latakia e sventolano le loro bandiere. Ora che il 42enne Abu Mohammed al-Jolani, leader del gruppo armato Hts, è riuscito a cacciare Bashar al-Assad e prendere il controllo di Damasco, la comunità internazionale è in cerca di segnali su come potrebbe essere la nuova Siria sotto la sua guida. Il rischio è che l'Islam, nella sua natura più terrificante, torni a mettere all'angolo le democrazie. Il filmato, lanciato su X, ha già animato un'accesa discussione tra esperti. È giallo sulle bandiere che vengono esibite nel filmato. Qualcuno le riconduce all'Isis; qualcun altro, invece, intravede frammenti dell'inno al Profeta e crede che si tratti solamente di una somiglianza.
La milizia islamista che ha guidato l’insurrezione è l' “Organizzazione per la Liberazione del Levante”. L’embrione del gruppo è nato nel 2011, anno in cui sono esplose le rivolte in molti Paesi arabi, compresa la Siria, come affiliato di Al-Qaeda, la rete terroristica fondata da Osama Bin Laden che ha condotto gli attacchi dell’11 settembre 2011 contro gli Stati Uniti. All’origine si chiamava però Jabhat al-Nusra (Fronte al-Nusra). Leader della milizia era ed è Abu Mohammed al-Jolani, oggi 42 anni, vero nome Ahmed Husayn al-Sharaa. "Cresciuto" da combattente islamista con Al-Qaeda in Iraq, quando bersaglio erano i soldati americani che avevano deposto Saddam Hussein, dal 2011 al-Jolani è tornato nella sua Siria, ha fondato il “suo” gruppo, anche col sostegno del leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi.
Nel 2016, con la rivoluzione siriana fallita, il Fronte al-Nusra ha rotto con Al-Qaeda e si è unito ad altre fazioni per dar vita – formalmente da gennaio 2017 – all’Hayat Tahrir al-Sham. L'obiettivo? Unificare le forze della rivolta contro Assad sotto una leadership islamica nel nome di una “Jihad del popolo”. Sconfitte ma non distrutte, quelle forze erano rimaste da allora in controllo di una porzione di territorio nell’area di Idlib, del nord-ovest della Siria, nei pressi del confine con la Turchia.