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Siria, l'esercito dei filo-turchi contro le milizie curde: l'altro conflitto in corso

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Le forze ribelli hanno ormai fatto cadere il regime di Bashar Al Assad, ma gli scontri in Siria vanno avanti. Un altro conflitto rimane in corso in questa guerra senza fine ed è quello tra l’Esercito Libero Siriano (ELS), sostenuto dal governo turco del presidente Recep Tayyip Erdogan, e le milizie curde appartenenti all’organizzazione separatista Ypg. Negli stessi giorni in cui Assad perdeva centri strategici come Hama e Homs, l’Esercito Libero Siriano ha sottratto a Ypg Tal Rifat, importante centro a nord del Paese. Mentre ieri Damasco festeggiava la fine dell’era Assad gli scontri proseguivano violenti a Manbic. Scambi di colpi andati avanti tutta la notte prima dell’annuncio che la città era stata conquistata, per la soddisfazione di Erdogan. Sostenuto sin dai primi anni di conflitto sia dagli Usa che da Ankara, l’Esercito Libero Siriano nasce ufficialmente a nord di Aleppo nel 2017 con l’obiettivo di riunire una lunga serie di battaglioni paramilitari e metterli sotto il controllo del Governo ad interim Siriano che si proponeva come alternativa ad Assad.

 

 

 

Gli Usa dopo pochi anni abbandonano l’Els e iniziano a sostenere Ypg, creando una lunga serie di tensioni e polemiche proprio con Ankara. La maggior parte delle fazioni che compongono l’Els è stata sostenuta dalla Turchia sin dai primi anni del conflitto: Ankara ha interesse a ostacolare un’avanzata di Ypg e la fusione dei diversi gruppi crea un esercito che, secondo stime riportate da Middle East Monitor, può contare su almeno 30 mila uomini. La Turchia aveva chiesto all’Els di non partecipare all’offensiva anti Assad, tuttavia diversi battaglioni si sono schierati subito al fianco di Hts contro Damasco. In seguito la Turchia ha delegato loro il controllo delle province di Afrin, Jarabulus e Azaz, da dove sono spesso arrivate accuse di abusi, arresti arbitrari, violazione dei diritti umani e violenze nei confronti della popolazione curda dell’area. L’apporto degli uomini dell’Els è servito alla Turchia anche a perseguire i propri interessi in Azerbaigian, Libia e in alcuni Paesi africani, dove sono stati inviati come mercenari.

 

 

 

Tuttavia per Ankara la missione principale era e rimane quella di contrastare l’ascesa dei curdi di Ypg. Erdogan, spaventato dalla prospettiva che i curdi potessero trarre vantaggio dal vuoto di potere lasciato da Assad, ha subito messo in moto l’Els, che dalla base di Azaz, costruita da Ankara, ha lanciato l’offensiva su Tal Rifat la scorsa settimana. ELS ha conquistato la città, ma decine di migliaia di civili curdi sono stati costretti a fuggire verso Taqba: l’unica crisi umanitaria di questi giorni. Dopo Tal Rifat anche Manbic è stata sottratta a Ypg, che la controllava dal 2016 e la aveva resa un avamposto essenziale a sud del fiume Eufrate. Con la caduta di Assad l’ELS è destinato a reclamare un ruolo all’interno della nuova Siria e far valere il peso della Turchia. Hts rimane più forte militarmente, ma è pur sempre considerata un’organizzazione terroristica da Usa, Ue e Turchia e deve cercare di costruirsi una legittimità politica nel più breve tempo possibile. Un obiettivo che un’alleanza con l’Els faciliterebbe, considerando sia l’importanza del gruppo sia il peso che il presidente turco Erdogan è destinato ad avere sul futuro della Siria.

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