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Francia, Barnier sfiduciato: cade il governo. Macron parla alla nazione

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Il colpo di scena non è arrivato. Sul governo di Michel Barnier cala il sipario dopo appena tre mesi. Come da previsione, è stata approvata la mozione di sfiducia depositata dalla coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire. Hanno votato a favore 331 deputati, 289 i contrari. Un esito che non è mai stato in discussione, dal momento che il Rassemblement National di Marine Le Pen aveva dichiarato di essere pronto a votare la mozione insieme alla gauche. E che fa precipitare la Francia in una crisi istituzionale e economica. A nulla è valso l'appello finale di Barnier, che prendendo la parola all'Assemblea nazionale aveva fatto appello alla responsabilità. Avete "il futuro dei francesi nelle vostre mani", così si era rivolto ai deputati, dichiarando di sentirsi "onorato" di essere stato "il primo ministro" di tutti i francesi. Parole dal sapore di congedo. Quello guidato da Barnier stabilisce un primato poco invidiabile, diventando il governo più breve nella storia della Quinta Repubblica francese. L'ultima volta che un governo era caduto per una mozione di sfiducia risaliva al 1962: premier Georges Pompidou.

Per Barnier, "fatale" è stata l'attivazione dell'articolo 49.3 della Costituzione per far approvare il controverso disegno di legge sul finanziamento della sicurezza sociale (PLFSS), che era in discussione all'Assemblea nazionale. Uno speciale strumento costituzionale che consente di far adottare un testo senza passare dal voto dell'Assemblea, esponendo però il governo alla possibilità che venga presentata una mozione di sfiducia. La caduta del governo è, ovviamente, una sconfitta per il presidente Emmanuel Macron, che lo scorso 5 settembre aveva scelto Barnier affidandogli l'incarico di formare un governo "di unificazione al servizio del Paese e dei francesi". L'inquilino dell'Eliseo, tuttavia, nonostante la crisi istituzionale e l'indice di gradimento in caduta libera, ha respinto le ipotesi di dimissioni, parlando di 'fantapolitica' e assicurando che resterà al suo posto fino al 2027: "Sono stato eletto due volte dal popolo francese". Anche durante la visita in Arabia Saudita si è detto sempre "tranquillo" nonostante le notizie poco rassicuranti che arrivavano dalla Francia.

Secondo indiscrezioni di stampa il presidente, che parlerà ai francesi giovedì alle 20 in diretta televisiva, starebbe già preparando il contrattacco: la nomina di un nuovo premier entro 24 ore. Tra le ipotesi che circolano quella di dare una nuova chance all'ex premier Bernard Cazeneuve o il passaggio a Matignon dell'attuale ministro delle Forze armate Sébastien Lecornu, che sembra essere compatibile sia con il Rassemblement National che con il Partito socialista. Intanto le voci contro l'inquilino dell'Eliseo aumentano, dopo l'esito del voto di stasera. Macron "si assumerà le sue responsabilità, farà ciò che la sua ragione e quello che la sua coscienza gli diranno", ha commentato Marine Le Pen. "È in gran parte responsabile della situazione attuale". Il presidente ha "metodicamente distrutto i servizi pubblici per sette anni. E' arrivata la sfiducia popolare", le parole di Mathilde Panot, capogruppo dei deputati di La France Insoumise. "L'intera politica di Macron è sconfitta. Gli chiediamo di andarsene. L'unica soluzione è un'elezione presidenziale anticipata". Mentre il leader di La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha avvertito: "Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non durerà tre anni". Le Pen ha comunque assicurato che "lascerà lavorare" il nuovo premier a una manovra "accettabile per tutti".

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