Israele, retromarcia della CPI? L'ipotesi di revocare il mandato d'arresto per Netanyahu
“I mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant potrebbero essere revocati se in Israele verrà avviata un'indagine approfondita”. A fare questo discorso è proprio il portavoce della Corte Penale Internazionale, Fadi el Abdallah, sentito in un'intervista radiofonica dall’emittente israeliana Kan. “I sospettati hanno il diritto di presentare ricorso contro i mandati di arresto”, ha ricordato il funzionario della CPI. Va ricordato che giusto ieri il premier di Israele ha annunciato la volontà di fare ricorso sulla decisione della Corte: “La presentazione del ricorso espone nei dettagli quanto sia stata assurda l'emissione dei mandati di arresto e quanto sia priva di qualsiasi base fattuale o legale. Se la Cpi respingesse l'appello, ciò non farebbe altro che sottolineare agli amici di Israele negli Stati Uniti e nel mondo quanto la Corte Penale Internazionale sia faziosa nei confronti di Israele”.
L'Europa può imparare da Israele
È oggi Avvenire a dare una spiegazione delle parole di el Abdallah: “La linea alla quale si atterrebbe la Corte è quella di non scavalcare le giurisdizioni nazionali se queste danno dimostrazione di imparzialità, e quindi senza la volontà di usare dei finti procedimenti giudiziari in patria per sottrarre gli indagati all’inchieste della procura internazionale”. Prosegue il braccio di ferro tra Tel Aviv e il tribunale che ha sede in Olanda, a L’Aja.
Battaglia di Israele sul mandato di arresto per Netanyahu: l'idea per bloccare la Cpi