Corte penale internazionale, Israele fa ricorso sul mandato di arresto per Netanyahu
Israele ha notificato mercoledì alla Corte penale internazionale (CPI) la sua intenzione di ricorrere in appello contro i mandati di arresto contro il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra commessi a Gaza. Lo ha annunciato ufficialmente l’ufficio del premier israeliano. In attesa di una decisione nel merito, Israele ha anche chiesto alla Corte penale internazionale di sospendere l’esecuzione di questi due mandati di arresto.
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Intanto emerge un retroscena sulle tensioni in Medio Oriente. Israele ha condizionato il coinvolgimento della Francia nell’accordo di cessate il fuoco in Libano all’annuncio pubblico da parte di Parigi che non avrebbe rispettato il mandato di arresto della Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro se fosse entrato nel paese. Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco in Libano, la Francia ha fatto un annuncio in cui affermava di non poter arrestare Netanyahu perché ritiene che il premier israeliano abbia l’immunità dalla Cpi. Una dichiarazione che appare in contrasto con quella fatta poco dopo l’emissione dei mandati di arresto, quando Parigi aveva affermato che avrebbe confermato la decisione della Corte.
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