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Libano, verso l'accordo sulla tregua. Si attende l'ok del Gabinetto di Israele

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Un accordo per il cessate il fuoco in Libano è vicino. Non solo, come riferito dalla Cnn, c'è un ok del premier israeliano Benjamin Netanyahu "in linea di principio", ma il Gabinetto di Israele si riunisce domani per discuterne. E il giornale saudita Al-Sharq al-Awsat, citando fonti bene informate, si spinge a riferire che Joe Biden ed Emmanuel Macron dovrebbero annunciare la tregua domani. Su questa ipotesi nulla è trapelato però dalla Casa Bianca, che ha parlato di discussioni "costruttive" ma mantenendo la prudenza. La tregua in Libano "rimane una delle principali priorità" del presidente Biden e la "traiettoria" delle discussioni "sta andando in una direzione positiva", ma "niente è negoziato finché non è negoziato", ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby. "Non abbiamo finalizzato l'accordo, ma stiamo andando avanti", ha dichiarato invece l'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon.

 

 

Il Times of Israel, citando un funzionario israeliano, riporta che Netanyahu ha accettato la versione definitiva di accordo perché ha capito che non aveva altra scelta, nel timore che l'amministrazione Biden potesse punire Israele con una risoluzione del Consiglio Onu nelle sue ultime settimane. "Non sappiamo quanto durerà" il cessate il fuoco, ha sottolineato il funzionario, "potrebbe essere un mese, potrebbe essere un anno". La proposta sul tavolo per porre fine ai combattimenti fra Hezbollah e Israele prevede un cessate il fuoco iniziale di 2 mesi, durante il quale l'esercito di Israele dovrebbe ritirarsi dal Libano meridionale e Hezbollah dovrebbe spostare le sue armi pesanti a nord del fiume Litani. Il ritiro sarebbe accompagnato parallelamente da un dispiegamento dell'esercito libanese nelle aree vicine al confine, per pattugliare l'area insieme all'Unifil, la forza di interposizione Onu. In base all'accordo, inoltre, verrebbe istituito un comitato di supervisione guidato dagli Stati Uniti per monitorare l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e affrontare eventuali violazioni, nonché verificare l'attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio Onu approvata per porre fine alla guerra Israele-Hezbollah del 2006.

 

 

Secondo fonti israeliane e statunitensi citate da Axios, gli Usa avrebbero accettato di fornire a Israele una lettera di garanzie che include il sostegno all'azione militare israeliana contro minacce imminenti provenienti dal territorio libanese e per interrompere eventi come un eventuale ripristino di una presenza militare di Hezbollah vicino al confine o il contrabbando di armi pesanti. In base alla proposta di accordo, Israele potrebbe intervenire dopo consultazioni con gli Stati Uniti e se l'esercito libanese non affrontasse la minaccia. Fra i nodi critici su cui Libano e Israele si sono trovati in disaccordo, c'è la scelta dei Paesi che siederanno nel comitato internazionale che supervisionerà l'attuazione dell'accordo e della Risoluzione 1701. In un segno di progresso, Israele sembra aver abbandonato l'opposizione alla Francia, che è rimasta vicina al Libano dopo la fine del suo dominio coloniale e che recentemente è stata in contrasto con Israele. Secondo una fonte informata la Francia dovrebbe dunque fare parte del comitato. Ma il Libano ha rifiutato di ammettere il Regno Unito, stretto alleato di Israele, e al momento non è chiaro se Beirut abbia abbandonato la sua opposizione in seguito alla concessione di Israele.

 

 

Gli scambi a fuoco fra Hezbollah e Israele sono iniziati all'indomani del 7 ottobre 2023 e dello scoppio della guerra a Gaza, quando il gruppo libanese ha iniziato a lanciare razzi contro lo Stato ebraico in appoggio a Hamas e alla Striscia. Due mesi fa, poi, Israele ha avviato un bombardamento capillare del Libano e un'invasione di terra. Da allora l'Idf ha ucciso quasi tutti i principali leader di Hezbollah, incluso il numero uno Hassan Nasrallah in un raid nella capitale Beirut. E in Libano ha provocato in totale 3.500 morti, molti dei quali civili. Dall'altro lato del confine, invece, in Israele il bilancio è di 70 morti fra cui 40 civili, mentre 50 soldati israeliani sono stati uccisi durante l'offensiva di terra. Un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, il più forte dei proxy armati dell'Iran, dovrebbe calmare in modo significativo le tensioni regionali che hanno portato a temere una guerra diretta fra Israele e Teheran. Ma non è chiaro come possa influire sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza. Un diplomatico ha detto che si teme che, se non si raggiunge un cessate il fuoco in Libano, la guerra si espanderà ulteriormente in Siria e in Iraq mentre Israele tenta di tagliare le forniture di armi dall'Iran a Hezbollah. Israele ha effettuato regolarmente attacchi aerei contro gruppi legati all'Iran in Siria e ha minacciato di colpire in Iraq, dove le milizie sostenute da Teheran hanno periodicamente lanciato attacchi con i droni contro Israele.

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