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Israele, dalla Cpi mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant: “Crimini di guerra a Gaza”
La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi a Gaza almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le richieste di mandato di arresto.
La Corte ha emesso all'unanimità due decisioni che respingono i ricorsi dello Stato di Israele e quindi emesso mandati di arresto per Netanyahu e Gallant. La Cpi si è pronunciata su due richieste presentate da Israele il 26 settembre 2024. Nella prima richiesta, Israele ha contestato la giurisdizione della Corte sulla situazione nello Stato di Palestina in generale e sui cittadini israeliani in particolare. Nella seconda richiesta, Israele ha chiesto che la Cpi ordini alla Procura di fornire una nuova notifica dell'avvio di un'indagine alle proprie autorità. Tel Aviv aveva inoltre chiesto alla commissione di interrompere qualsiasi procedimento davanti alla Corte nella situazione in questione, compreso l'esame delle richieste di mandato d'arresto per Netanyahu e Gallant, presentate dalla Procura il 20 maggio 2024. Per quanto riguarda la prima contestazione, la Cpi ha osservato che non è richiesta l'accettazione da parte di Israele della giurisdizione della Corte, in quanto quest'ultima può esercitare la propria giurisdizione sulla base della giurisdizione territoriale della Palestina, come stabilito in precedenza. Inoltre è stato ritenuto che gli Stati non hanno il diritto di contestare la giurisdizione della Corte prima dell'emissione di un mandato di arresto. Pertanto, la contestazione di Israele è stata giudicata prematura.