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Guerra in Ucraina, il consigliere di Zelensky alza le barricate: “Trump? No concessioni alla Russia”

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«Donald Trump è un politico che punta a essere il numero uno. I presunti progetti che circolano in queste ore si basano tutti sul concedere qualcosa alla Russia, ma sono suggestioni di Vladimir Putin. Se Trump gli andasse dietro, diventerebbe il numero due. E non credo che lo possa accettare». A parlare a Repubblica è Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sottolinea - riguardo l’accettazione di un cessate il fuoco in cambio della concessione alla Russia dei territori occupati e l’ingresso immediato nella Nato - che «si fa un gran parlare di quest’ipotesi perché si presuppone che l’Ucraina debba per forza concedere qualcosa. Gli obiettivi di Putin sono la distruzione dell’Ucraina e il dominio in Europa, quindi perché dovrebbe accettare l’accordo?». 

 

 

«Non credo che il Paese attaccato debba fare concessioni e smettere di resistere - precisa Podolyak -. Stiamo combattendo da tre anni e ora dovremmo rinunciare alla nostra sovranità? Sfortunatamente non vedo la stessa discussione su cosa la Russia dovrebbe concedere o pagare. È un po’ strano, no? Noi portiamo pragmatismo sul tavolo del negoziato. Abbiamo sviluppato competenze militari e possiamo offrire a Trump una parziale sostituzione dei contingenti americani in varie regioni, prima di tutto in Europa. Abbiamo inoltre depositi di minerali rari, come litio e titanio, che possiamo sfruttare insieme. L’approccio razionale è obbligare la Russia ad accettare condizioni appropriate. Non chiedere o negoziare, ma obbligare». 

 

 

«Gli strumenti esistono - prosegue il consigliere presidenziale - e non parlo di quelli militari piuttosto di controllo del prezzo del petrolio. Gli Usa hanno i mezzi per trasformare il mercato e renderlo sfavorevole alla Russia. Possono inoltre emettere sanzioni economiche che colpiscano davvero Mosca. A mio parere questa sarà la linea di Trump, lui è uno che può prendere misure drastiche. Se poi infliggiamo colpi anche sul piano militare, come sta accadendo in scala ridotta, influenzeremo il fronte interno russo. Quanto al Kursk, stiamo risolvendo i problemi positivamente, eliminando le postazioni che lanciavano attacchi su Chenihiv e Sumy. Il punto è un altro, quando abbiamo cominciato l’operazione nella regione, ci aspettavamo di essere autorizzati a usare i missili (occidentali, ndr) e di avere più armi del genere». La situazione Ucraina sarà una bella gatta da pelare per il futuro presidente Trump.

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