il tycoon a valanga
Trump stravince, Meloni: "Italia e Usa nazioni sorelle". Opposizioni divise
L'Italia si sveglia con la notizia della vittoria di Donald Trump su tutti i notiziari, e le reazioni della politica non si fanno attendere. Nel governo è immediata l'esultanza di Matteo Salvini, più sfumata quella degli alleati, mentre il centrosinistra si divide, e trasversalmente, dalla Lega al M5S, si riapre il dibattito sulla necessità di porre fine alle guerre, in particolare in Ucraina. Di prima mattina la premier, Giorgia Meloni, si congratula con il vincitore delle presidenziali Usa "a nome mio e del Governo italiano". "Italia e Stati Uniti sono Nazioni 'sorelle', legate da un'alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più", scrive la premier sui social, augurando "buon lavoro" a Trump.
Il vicepremier e leader della Lega non nasconde la gioia e si intesta la primogenitura del sostegno a Trump: "Lotta all'immigrazione clandestina e taglio delle tasse, difesa delle radici cristiane e ritorno alla pace, protezione della libertà di pensiero e no ai processi politici. Anche negli Usa vincono buonsenso, passione, idee chiare, coraggio e futuro! Che gioia, che vittoria, giornata storica", commenta, dicendosi quindi "ben contento di essere stato uno dei pochissimi in Italia che non ha mai nascosto una preferenza per Trump, non per tifoseria, ma per logica e per interesse nazionale italiano. Con un mondo più pacifico si lavora meglio". Proprio sul tema della pace Salvini batte anche nel pomeriggio alla Camera: "Io confido nel fatto che Trump ponga fine a due guerre che sono devastanti. Se riuscirà, lui dice in qualche giorno e io mi accontenterei in qualche mese, a riportare ordine, serenità e tranquillità fra Russia e Ucraina e fra Israele, Palestina e Iran, meriterà il Nobel per la pace", dice. In particolare per l'Ucraina "conto che l'elezione, la vittoria e l'insediamento di Trump riporti la pace e quindi che non ci sia bisogno di undicesimi, dodicesimi o tredicesimi pacchetti di invio di armi".
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L'altro vicepremier, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolinea che "le relazioni transatlantiche sono una priorità per l'Italia insieme ai rapporti con l'Ue. Lavoreremo con l'amministrazione Trump, che arriverà a inizio gennaio, credo che si potrà discutere di molte questioni. Il rapporto solido fra Italia e Usa verrà rafforzato ancora di più". Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, guardandola in ottica Ue, spiega che "dovremo dimostrare intanto di volere e di essere disposti a garantire noi per primi la nostra sicurezza e non attendere che ci pensino, a loro spese, i cittadini ed il governo americani", sottolineando la necessità di una Difesa europea. Completamente diverso il sentiment nelle opposizioni. A partire dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che dice senza mezzi termini che "la vittoria di Trump è una brutta notizia per l'Europa e per l'Italia perché anche in questi ultimi giorni ha dichiarato di nuovo la sua ostilità verso l'Ue. Ma anche per quello che ne conseguirà in termini di politiche economiche: chi oggi lo festeggia per ragioni di bandiera smetterà presto". Anche per la leader dem ora è necessario un maggiore protagonismo della Ue: "Serve uno slancio forte in modo coeso e unito che rimetta al centro una politica di investimenti comuni in grado di generare una vera politica industriale europea". In ogni caso, sottolinea, "non ci riconosciamo né mai ci riconosceremo in una idea di società dove i miliardari, che ieri festeggiavano chiusi in una stanza con Trump, si ergono a paladini del ceto medio che si è impoverito quando sono loro stessi quelli che si sono arricchiti, sfruttando il lavoro in un modello economico sbagliato".
Il Movimento 5 Stelle, con la delegazione al Parlamento europeo, non risparmia anche una stoccata a Kamala Harris e ai democratici: "La vittoria netta di Trump aprirà una riflessione nelle forze politiche europee. È innanzitutto una lezione per tutti i finti progressisti liberisti e globalisti che hanno ammainato la bandiera della pace per sposare ogni spinta guerrafondaia". Proprio sul tema delle guerre spingono i 5 Stelle, con il presidente, Giuseppe Conte, che augura buon lavoro a Trump e come prima cosa sottolinea che "le sfide che attendono gli Stati Uniti sono molteplici e ci riguardano tutti: fermare le guerre in corso, contrastare con la massima fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario, aprirsi a una visione multipolare dei nuovi equilibri geo-politici", ma anche "puntare a regole eque per il commercio internazionale evitando la spirale protezionistica dei dazi e contro-dazi". Per i pentastellati, però, "l'Italia non può che augurarsi in primo luogo un impegno concreto per mettere fine alle guerre in corso". Renzi e Calenda pongono l'accento sulla necessaria maggiore centralità della Ue. "Spero che per l'Europa questo sia il momento della sveglia", scrive sui social il leader di Iv, mentre il fondatore di Azione sottolinea: "Ora l'Occidente vive la sua ora più buia. L'Europa, se vuole esistere ancora nell'era Trump, deve fare un salto di qualità immediato".