medio oriente

Hezbollah rivendica l'attacco alla casa di Netanyahu. Arrestate 7 "spie iraniane"

Hezbollah ha rivendicato il recente attacco all'abitazione di Benjamin Netanyahu a Cesarea. Lo scorso sabato un drone lanciato dal Libano aveva colpito la residenza privata del premier israeliano, che in quel momento non era presente nell'edificio. In un messaggio riportato dai media di Beirut, l'organizzazione ha parlato di "piena ed esclusiva responsabilità nell'operazione". I media israeliani hanno diffuso le immagini dei danni all'abitazione, 'liberandole' della precedente censura militare. Le forze di difesa israeliane intanto hanno annunciato di aver colpito con i razzi nella notte una base navale di Hezbollah a Beirut e, con i caccia, una dozzina di postazioni di comando dell'organizzazione a Tiro, nel Libano del sud. Quanto al raid notturno condotto nelle vicinanze dell'ospedale Hariri di Beirut, Israele ha chiarito di non aver preso di mira la struttura medica. Il bilancio, al momento, parla di 18 vittime, tra cui quattro bambini. L'esercito israeliano ha poi informato che una base militare a Tel Aviv e una navale di Haifa sono state prese di mira dai razzi di Hezbollah nelle prime ore del giorno.

 

  

 

E le tensioni aumentano anche a livello di intelligence. Polizia israeliana e Shin Bet hanno annunciato che sette residenti di Gerusalemme Est sono stati arrestati perché sospettati di essere spie dell'Iran e di aver pianificato attacchi in Israele, tra cui gli omicidi di uno scienziato nucleare e di un sindaco. I sospettati hanno tutti un'età compresa tra i 19 e i 23 anni. Il capo della banda, un 23enne di nome Rami Alian, sarebbe stato reclutato da un agente iraniano. Nessuno dei sospettati aveva precedenti penali. La cellula, secondo i funzionari israeliani, sarebbe stata attiva per circa due anni e ai membri sarebbero state assegnate varie missioni dietro pagamento, tra cui graffiti che chiedevano il rilascio di ostaggi a Gaza e vandalismi a Gerusalemme. Ad Alian sarebbe stata data una foto e l'indirizzo dello scienziato, con la promessa di ricevere 200mila shekel (quasi 49mila euro) se fosse riuscito a ucciderlo. Secondo le autorità, l'uomo avrebbe iniziato i preparativi per l'atto ma la cellula è stata arrestata prima che potesse procedere. A Gerusalemme intanto è arrivato Antony Blinken, all'undicesimo viaggio in Medioriente dall'inizio della guerra tra Israele e Gaza. Il segretario di Stato Usa ha incontrato Netanyahu e farà tappa in altri Paesi arabi, tra cui Giordania e Doha. Nel colloquio Blinken ha "sottolineato la necessità di capitalizzare l'azione di successo di Israele per assicurare alla giustizia Sinwar, assicurando il rilascio di tutti gli ostaggi e ponendo fine al conflitto a Gaza", ha riferito il dipartimento di Stato Usa, sottolineando inoltre che Blinken "ha discusso l'importanza di tracciare un nuovo percorso nel periodo post-conflitto, che consenta ai palestinesi di ricostruire le proprie vite e fornisca governance, sicurezza e ricostruzione a Gaza".

 

 

Di tregua e futuro in Medioriente si è parlato anche nella riunione dei ministri dello Sviluppo del G7 a Pescara. A fare gli onori di casa il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "La pace ancora non è vicina, stiamo lavorando per accelerare i tempi", ha dichiarato. "Sono un po' più ottimista dopo la vittoria di Israele contro Hamas. Credo che, come ha detto Netanyahu, siamo vicini alla fine della guerra". Il vicepremier ha spiegato di aver ottenuto nella sua visita in Israele "l'assicurazione che i tir italiani passeranno e potranno entrare a Gaza: avremo un percorso agevolato per gli aiuti umanitari che vengono dall'Italia". Riguardo il futuro di Gaza, il ministro degli Esteri pensa "a una sorta di conferenza per la ricostruzione: tutte le popolazioni civili, indipendentemente dalla nazionalità, devono essere aiutate". L'Italia farà la sua parte stanziando 25 milioni di euro di sostegno a Gaza e Libano. A Pescara, dove è presente il ministro dell'economia dell'Autorità Nazionale Palestinese Alamour, Tajani ha manifestato massimo supporto all'Anp, "per noi l'unico rappresentante del popolo di Palestina". Tajani ha poi avuto un incontro con il rappresentante permanente di Israele presso le Nazioni Unite a Roma, Orli Gil, ribadendo la condanna all'"attacco brutale di Hamas del 7 ottobre" e la richiesta "senza sosta" del "cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e un'accelerazione degli aiuti umanitari" e con il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib. Il vicepremier ha rimarcato lo "straordinario successo politico dell'Italia" al vertice. "Per la prima volta abbiamo riunito israeliani, palestinesi e libanesi. Raggiungere la pace attraverso il dialogo".