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Israele, droni lanciati contro la casa di Netanyahu: scatta l'allarme

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Un attacco che sembra una risposta ai raid "mirati" di Israele per colpire i vertici di Hamas e Hezbollah.  L’ufficio del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha confermato che la residenza privata del premier a Cesarea è stata presa di mira stamattina da un attacco con un drone proveniente dal Libano e ha precisato che Netanyahu e la moglie Sara non erano in casa al momento dell’attacco e non ci sono stati feriti nell’incidente. Lo riporta il Times of Israel. Precedentemente l’Idf aveva riferito che 3 droni sono stati lanciati stamattina dal Libano contro Israele e uno di questi ha colpito un edificio a Cesarea, mentre gli altri 2 sono stati intercettati. L’Idf ha aggiunto che sono stati questi droni a far scattare le sirene nell’area di Tel Aviv e che l’esercito esclude un attacco nella zona della capitale.

La testata Ynet riporta le testimonianze di alcuni residenti, che sottolineano che si è sentita una forte esplosione ma gli allarmi non erano scattati. "La gente iniziava ad andare alla sinagoga, si è sentito un boato molto forte nella zona. Come è possibile che non ci sia stato un allarme? Il drone è penetrato qui", ha detto Yael, una residente. "Abbiamo sentito un’enorme esplosione qui, qualcosa di molto forte. Per fortuna non ci sono state vittime", ha dichiarato invece Alon, un residente di Cesarea. Mentre un altro residente, Cheki Levy, che vive vicino al luogo dell’attacco, ha detto: "Era mattina presto, non c’era nessun allarme e si è sentito un boato molto forte, è stato molto strano. Poi abbiamo sentito elicotteri e molte forze di soccorso, abbiamo capito che era qui".

I droni lanciati contro Israele giungono nel contesto di un intensificarsi nelle ultime settimane della guerra fra Israele e gli Hezbollah libanesi, alleati di Hamas e sostenuti dall’Iran. Venerdì Hezbollah ha dichiarato di voler lanciare una nuova fase di combattimenti inviando più missili guidati e droni esplosivi verso Israele. Il leader storico del gruppo libanese, Hassan Nasrallah, è stato ucciso in un attacco aereo israeliano a Beirut il 27 settembre e Israele ha inviato truppe di terra in Libano all’inizio di ottobre. Anche tra Israele e Hamas a Gaza è in corso una situazione di stallo: entrambi hanno manifestato resistenza a porre fine alla guerra dopo l’uccisione del leader di Hamas, Yahya Sinwar. Oggi la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato che la morte di Sinwar è stata una perdita dolorosa, ma ha sottolineato che Hamas è andata avanti nonostante l’uccisione di altri leader militanti palestinesi prima di lui: «Hamas è vivo e resterà vivo», ha detto Khamenei. 

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