Israele, la casa di Netanyahu nel mirino: perché i droni sono difficili da intercettare
Gli attacchi con i droni sono il punto debole dei sofisticati e iper-tecnologici sistemi di difesa aerea su cui può contare Israele. Lo ha confermato il raid di stamane a Cesarea, che secondo Axios avrebbe addirittura colpito la residenza del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, per la prima volta dal 7 ottobre obiettivo diretto di un’operazione volta a eliminarlo. Il drone, partito dal Libano con altri due velivoli senza pilota che sono stati invece intercettati, non ha provocato feriti in quanto - stando all’ufficio del primo ministro - né Netanyahu né sua moglie erano in casa al momento del raid. L’attacco contro la residenza di Netanyahu, precisa l’emittente Channel 12, è stato eseguito da uno ’Ziyad 107’, lo stesso usato domenica scorsa per il bombardamento della base di addestramento della Brigata Golani a Regavim, nel centro di Israele, costato la vita ad almeno quattro militari, ritenuto il più grave attacco condotto da Hezbollah nello Stato ebraico da quando è iniziata la guerra.
Drone colpisce la casa di Netanyahu. "L'Iran ha tentato di ucciderlo"
Secondo il New York Times, i tre droni oggi hanno fatto scattare le sirene d’allarme nella base militare di Glilot, poco a nord di Tel Aviv, ma non a Cesarea, luogo particolarmente sensibile. Le Idf, che una volta perso il contatto radar con il terzo drone hanno fatto alzare anche elicotteri da combattimento con capacità di abbattere aerei senza pilota, hanno chiarito che l’incidente è «sotto esame». L’episodio di domenica scorsa e quello più recente hanno confermato i problemi di Israele nel contrastare gli attacchi con i droni, specialmente se paragonati alle percentuali di intercettamento di razzi e missili balistici anche a corto e medio raggio dei sistemi di difesa aerea Arrow, David’s Sling e Iron Dome. I droni - che sono meno costosi e più facili da reperire per gli avversari di Israele - sono più difficili da intercettare perché emettono meno calore, contengono meno metallo e volano a bassa quota e a velocità molto inferiore a razzi e missili, che sono il primo obiettivo dei sistemi di difesa.