Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'autogol di Kamala Harris: "Non sarò una continuazione di Biden"

Teresa Palombi
  • a
  • a
  • a

Doveva essere un’intervista e invece è stato un focoso dibattito. Kamala Harris lo aveva messo in conto quando mercoledì sera si è avventurata in territorio nemico, prestandosi ai microfoni di Fox News nel tentativo di raggiungere i conservatori anti Trump. Il conduttore Bret Baier l’ha subito incalzata sul record dell'amministrazione Biden in materia di immigrazione, una questione di primaria importanza per molti elettori repubblicani. «Abbiamo avuto a lungo un sistema di immigrazione corrotto, che trascende, tra l'altro, l’ex governo Trump», ha risposto la candidata alle presidenziali. Baier le ha domandato se si sarebbe scusata con le famiglie delle donne uccise da immigrati clandestini, e per inchiodarla ha giocato sporco mostrando la clip di una madre furiosa la cui figlia 12enne è stata uccisa da due venezuelani. Harris ha definito questi crimini "tragici" ribadendo di non appoggiare in alcun modo la depenalizzazione dell’immigrazione illegale: «Non credo nella depenalizzazione degli attraversamenti delle frontiere. Non l'ho fatto come vicepresidente. Non lo farò come presidente». L’intervista, un rischio calcolato per Harris, le ha offerto la possibilità di riformulare il recente commento rilasciato alla trasmissione The View su ABC, in cui affermava di non riuscire a trovare nulla che avrebbe fatto in modo diverso rispetto a Biden. Un vero e proprio passo falso anche a detta di diversi strateghi democratici. «Vorrei essere molto chiara: la mia presidenza non sarà una continuazione di quella di Joe Biden e, come ogni nuovo presidente che entra in carica, porterò le mie esperienze di vita, le mie esperienze professionali e idee fresche e nuove. Rappresento una nuova generazione di leader».

Rivolgersi al pubblico di Fox le ha anche permesso di citare le recenti minacce di Trump nei confronti di critici e detrattori. «Questa è una democrazia», ha detto la vicepresidente. «E in una democrazia, il presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere disposto a gestire le critiche senza minacciare di far intervenire l’esercito contro le persone che le hanno mosse». Su questa posizione di democratica apertura Harris sta puntando il tutto per tutto. Poche ore prima dell’intervista infatti, è apparsa a un evento dal titolo "Country Over Party" nella contea di Bucks, in Pennsylvania, accompagnata da oltre 100 leader repubblicani, tra cui l'ex governatrice del New Jersey Christine Todd Whitman, l'ex vicegovernatore della Georgia Geoff Duncan ed ex membri del Congresso. A Bucks Kamala ha detto che Trump non è degno del sostegno dei repubblicani che hanno a cuore la democrazia. «Se condividi questa opinione, non importa il tuo partito, non importa per chi hai votato l'ultima volta, c'è un posto per te in questa campagna», ha dichiarato con orgoglio. «Nella coalizione che abbiamo costruito c’è spazio per chiunque sia pronto a voltare pagina sul caos e l'instabilità di Donald Trump. Vi prometto di essere un presidente per tutti gli americani». Il tycoon, in quanto candidato presidenziale del GOP, dovrebbe conquistare voti repubblicani con ampi margini in ogni Stato. Ma se Harris riesce a riqualificarsi, anche solo un po’ negli Stati in bilico come Pennsylvania o Arizona, potrebbe avere la vittoria in pugno.

Dai blog