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Libano, il numero due di Hezbollah minaccia Israele: "Qualsiasi luogo"

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Israele colpisce tutto il Libano e noi colpiremo tutto Israele: è questo il nucleo del discorso televisivo di Naim Qassem, il numero due del partito libanese sciita filo-iraniano Hezbollah. Da quando sono cominciati gli scontri tra Hezbollah e le Idf, a seguito dell’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico il 7 ottobre 2023, il movimento sciita ha sempre sostenuto che non sarebbe stato possibile raggiungere il cessate il fuoco in Libano se i combattimenti non si fossero fermati anche a Gaza. "Sosteniamo i palestinesi per liberare la loro terra e proteggere la nostra", ha detto Qassem, "l’obiettivo della Resistenza non è quello di essere sempre presente su tutto il confine (con Israele). Si tratta di contrastare l’esercito nemico quando entra nel territorio". 

 

 

"Dato che il nemico israeliano ha preso di mira tutto il Libano, abbiamo il diritto, da una posizione difensiva, di prendere di mira qualsiasi luogo" in Israele, "sia al centro, al nord o al sud", ha scandito il vice segretario di Hezbollah. Una resistenza che, ha spiegato Qassem, è secondo lui "legittima". "Coloro che stanno combattendo per la loro terra sono i palestinesi. Li sosterremo", ha continuato, passando poi ad accusare gli Stati Uniti di aiutare Israele nei "suoi crimini brutali" nella regione. L’America, "il diavolo più grande, vuole un nuovo Medio Oriente. Netanyahu vuole la stessa cosa. Ciò significa che gli Stati Uniti e Israele stanno compiendo questo genocidio di proposito", ha aggiunto.

 

 

La soluzione del conflitto in Libano è il cessate il fuoco, nient’altro. Se Israele continuerà a sparare, lo farà anche Hezbollah, ha affermato Naim Qassem nel suo terzo intervento dalla morte del segretario generale Hassan Nasrallah, ucciso lo scorso 27 settembre dalle Forze di difesa di Israele. "Agli israeliani dico: non credete ai vostri leader e a quello che dicono sulle nostre capacità», ha affermato il funzionario, e ha aggiunto: «Dopo il cessate il fuoco, i coloni (israeliani) potranno tornare alle loro case", ha concluso. 

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