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Libano, Israele non si ferma con l'Unifil: “Scudo di Hezbollah”. La reazione dall'Europa

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Israele promette vendetta dopo che un drone di Hezbollah è riuscito nella tarda serata di domenica a eludere l'Iron Dome e colpire una base militare uccidendo quattro soldati. Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è recato sul posto per vedere di persona quanto accaduto e, parlando con i militari, ha assicurato che lo Stato ebraico continuerà a colpire "senza pietà" Hezbollah, "in tutte le parti del Libano compresa Beirut". Parole che hanno fatto il paio con quelle pronunciate dal ministro della Difesa, Yoav Gallant che, in un colloquio con l'omologo statunitense Lloyd Austin, ha sottolineato la gravità dell'attacco annunciando una "risposta dura".

 

 

Intanto Israele nelle ultime ore ha effettuato per la prima volta un raid su un villaggio a maggioranza cristiana nella regione di Zgharta nel nord del Paese dei cedri. Secondo la Croce Rossa libanese i morti sarebbero più di 20. L'obiettivo - spiegano i media arabi - sarebbe stato un alto funzionario di Hezbollah. Sul fronte libanese rimane alta anche la tensione con l'Unifil. Il ministro israeliano dell'energia, Eli Cohen, ha ribadito che la missione delle Nazioni Unite "non ha garantito l'applicazione delle risoluzioni Onu" e "funge da scudo per Hezbollah", pertanto "va rimossa". I ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito, dal canto loro, hanno risposto con una nota congiunta dove hanno chiesto a Israele di "terminare immediatamente" gli attacchi al contingente Unifil. La Difesa ha reso noto che i Caschi Blu italiano hanno trovato, una serie di ordigni esplosivi incendiari, lungo la strada che conduce alla base operativa avanzata Unp 1-32A.

 

 

La situazione non migliora nemmeno a Gaza dove sarebbe di almeno quattro morti e 70 feriti il bilancio del raid aereo israeliano nel quale è stato colpito una tendopoli che ospitava sfollati palestinesi sul territorio dell'ospedale dei martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah. I medici che si sono recati sul posto hanno parlato di persone "bruciate vive" e di donne e bambini feriti in quello che hanno definito "uno spettacolo dell'orrore". Sempre a Gaza l'esercito israeliano ha ufficializzato la morte del capo dell'aviazione di Hamas in un raid effettuato lo scorso settembre. Samer Abu-Daqa, questo il suo nome, era tra coloro che hanno pianificato l'infiltrazione in Israele il 7 ottobre con parapendio e droni.

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