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Hezbollah spara più di 130 missili: nel mirino mette la Galilea e Haifa

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Oggi Hezbollah ha sparato oltre 130 missili, prendendo di mira la Galilea e anche Haifa. L’Idf ha riferito che la maggior parte dei razzi sono stati intercettati ma alcuni hanno colpito l’area della città portuale, e sono stati registrati danni ad edifici a Kiryat Yam e Kiryat Motzkin. Una 70enne è stata ferita lievemente alla mano da schegge. Alla luce della situazione, le autorità hanno emesso restrizioni ai residenti, chiudendo le scuole, nella regione di Krayot, che comprende una serie di sobborghi a nord di Haifa. Sirene sono risuonate anche a Kiryat Shmona, Rosh Nanikra e Metula, al confine con il Libano. Proseguono raid e bombardamenti israeliani anche a Gaza: secondo la difesa civile nella Striscia, almeno 17 palestinesi sono rimasti uccisi in attacco dell’Idf sul campo profughi di Al-Bureij nel centro di Gaza, durante un bombardamento di postazioni di Hamas. I carri armati si sono spinti più in profondità a Jabalya, nel nord della Striscia, e l’Idf ha esortato i residenti a evacuare. Il bilancio nell’enclave palestinese è arrivato a 41.965 morti, di cui 56 nelle ultime 24 ore, e 97.590 feriti. L’esercito israeliano ha anche annunciato di aver ucciso nei giorni scorsi tre combattenti di Hamas - Muhammad Rafai, Muhammad Zanun e Bassel Akhars - che avrebbero preso parte all’attacco del 7 ottobre dell’anno scorso nel sud di Israele.

 

 

 

Tra le fila dei soldati israeliani, si conta un nuovo decesso a Gaza, il 20enne Noam Israel Abdu, mentre un altro è rimasto gravemente ferito; anche nel sud del Libano è stato registrato un ferito grave tra i militari impegnati nei combattimenti. Intanto, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha avvertito Israele che «qualsiasi attacco contro le infrastrutture in Iran provocherà una risposta ancora più forte». A proposito dell’annunciata rappresaglia israeliana contro la Repubblica islamica, secondo indiscrezioni riportate da Axios, nelle ultime settimane l’amministrazione Biden è diventata sempre più diffidente nei confronti di Israele che spesso l’ha lasciata all’oscuro dei suoi piani militari e diplomatici, come nel caso dell’uccisione a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah a Beirut, ma anche dell’esplosione di cercapersone e walkie talkie in dotazione a Hezbollah. In una recente telefonata il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan ha fatto presente al ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer di aspettarsi «chiarezza e trasparenza» da Israele perchè la rappresaglia avrà implicazioni per le forze e gli interessi Usa nella regione.

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