commemorazioni
7 ottobre, l'ultima techno e poi l'orrore: un anno dalla strage di Hamas a Reim
I battiti della musica techno e le lacrime dei familiari delle vittime, come Idan Shtivi, di cui si è saputo stamane, morto prigioniero come decine di altri ostaggi nella Striscia di Gaza: immagini in arrivo da Rèim, nel sud di Israele, che commemora l’anniversario delle uccisioni di circa 1.200 suoi cittadini. L’omaggio è stato reso ai margini del deserto del Negev, a soli sei chilometri dal confine con la regione palestinese. L’assalto di commando di Hamas e Jihad islamica, con alcuni combattenti giunti perfino in deltaplano, aveva colto di sorpresa i partecipanti al festival Supernova dopo una notte di musica. Più di 350 le vittime, in stragrande maggioranza giovani. Tante anche le persone rapite: a Rèim e in diversi kibbutz israeliani al confine con la Striscia più di 250, molti dei quali poi uccisi, appena cento forse prigionieri a Gaza ancora in vita.
La cerimonia di commemorazione si è aperta con l’ultimo brano musicale suonato la mattina del 7 ottobre 2023, appena prima che cominciassero gli spari. A ricordare quei momenti anche il presidente Isaac Herzog. «Il mondo», ha sostenuto il capo dello Stato, «deve capire che per cambiare il corso della storia e portare la pace e un futuro migliore per la regione deve supportare Israele nella sua lotta contro i nemici». Il riferimento è anzitutto ad Hamas, organizzazione nata negli anni Ottanta come forma di «resistenza» all’occupazione militare di Tel Aviv sia di Gaza che della Cisgiordania, territori cuore di un ipotetico Stato palestinese. C’è poi Hezbollah, formazione di base in Libano, pure cresciuta nel segno della lotta contro l’invasione israeliana, ai tempi della guerra civile combattuta tra il 1975 e il 1990.
Gli assalti dei commando del 7 ottobre 2023 hanno riacceso il conflitto in Medio Oriente, innescando la reazione di Tel Aviv: oltre 40mila le vittime di raid e bombardamenti a Gaza secondo l’amministrazione locale, molte centinaia in Libano senza contare più di un milione e 200mila sfollati, solo in pochi giorni di offensiva israeliana, al via la settimana scorsa. In un clima di tensione, con l’incognita di una rappresaglia di Tel Aviv contro l’Iran, accusato di supportare sia Hamas che Hezbollah, stamane è giunta la notizia della morte di Shtivi. A comunicarla il Forum delle famiglie degli ostaggi. «Il suo corpo è tuttora a Gaza» si legge in un comunicato. Aveva 28 anni.