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Israele-Hezbollah, si va verso il cessate il fuoco dopo gli appelli globali

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Nelle ultime ore, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente francese, Emmanuel Macron, hanno lanciato un appello congiunto per un immediato cessate il fuoco di 21 giorni tra Israele e Hezbollah. In una dichiarazione i due leader hanno sottolineato la necessità di stabilire un accordo sul confine tra Israele e Libano, con l'obiettivo di garantire la sicurezza dei residenti delle aree colpite e facilitare il loro ritorno in sicurezza nelle rispettive abitazioni. "È il momento di dare una possibilità alla diplomazia", hanno affermato Biden e Macron, esortando entrambe le parti a evitare un'ulteriore escalation del conflitto. Fonti governative americane, citate da Sky News, hanno espresso ottimismo, prevedendo l'imminente entrata in vigore dell'accordo nelle prossime ore.

 

 

Il conflitto tra Israele e Hezbollah, che si è intensificato dal 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas in terra ebraica, rischia di sfociare in una crisi ancora più vasta, con ripercussioni gravi per la popolazione civile. La dichiarazione congiunta di Biden e Macron è sostenuta da diversi Paesi, tra cui Canada, Australia, Giappone, e membri dell'Unione Europea. Secondo il Washington Post, l'accordo prevede che gli abitanti del nord di Israele, evacuati a causa delle operazioni di Hezbollah, non potranno rientrare nelle loro case fino a quando non ci saranno garanzie di sicurezza. Questo aspetto potrebbe richiedere un'intesa più ampia tra Israele e Libano, che va oltre il semplice cessate il fuoco temporaneo.

 

 

In realtà l'iniziativa non è stata accolta con favore da tutti. Alcuni esponenti del governo israeliano si sono dichiarati contrari alla proposta. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, attraverso i social, ha espresso la sua opposizione, sottolineando che l'unica via d'uscita dal conflitto è la sconfitta completa di Hezbollah. Secondo Smotrich, concedere una tregua permetterebbe al gruppo militante di riorganizzarsi e prepararsi a nuovi attacchi, vanificando gli sforzi militari israeliani. Anche il ministro della Cultura e dello Sport, Miki Zohar, ha criticato l'idea di un cessate il fuoco, definendolo "un grave errore" che potrebbe compromettere i recenti successi ottenuti da Israele sul piano della sicurezza. Il ministro ha sottolineato la necessità di continuare le operazioni militari fino a quando non sarà garantita una soluzione definitiva al conflitto nel nord del Paese. Nel frattempo, l'amministrazione americana spera che l'accordo possa essere accettato da entrambe le parti nel giro di poche ore, evitando così una crisi ancora più profonda. L’ottimismo è diffuso.

 

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