presidente iraniano morto

Ebrahim Raisi, spunta la teoria del cercapersone esploso sull'elicottero

Una psicosi collettiva sta dilagando in Libano dopo le due ondate di attacchi contro Hezbollah con walkie talkie e cercapersone esplosivi. Pare che i cittadini abbiano adottato misure drastiche per il timore di essere vittime di episodi simili: avrebbero infatti iniziato a spegnere dispositivi ed eliminato batterie. Ma non è tutto. Un apparecchio simile ai cercapersone usati per colpire a Beirut, potrebbe essere esploso all'interno dell'elicottero sul quale viaggiava a maggio l’ex presidente iraniano Ebrahim Raisi, facendolo schiantare. È la teoria avanzata da un deputato iraniano e membro della Commissione per la Sicurezza nazionale e la Politica estera del Majlis, Ahmad Bakhshayesh Ardestani, «Uno scenario probabile riguardo l’incidente in elicottero in cui è morto il presidente iraniano Ebrahim Raisi è l’esplosione del suo cercapersone», ha detto, citato dai media iraniani. «Raisi utilizzava un cercapersone, sebbene il suo modello potrebbe essere diverso da quelli in possesso dei militanti di Hezbollah», ha precisato il deputato, sottolineando come la Repubblica islamica potrebbe aver un ruolo nell’acquisto dei cercapersone.

 

  

 

 

«(Le forze iraniane, ndr) hanno sicuramente avuto un ruolo nell’acquisto dei cercapersone di Hezbollah e, ​​pertanto, anche le nostre agenzie di intelligence devono indagare su questa questione», ha spiegato. La teoria dell’esplosione del ’pager’ ha iniziato a circolare la scorsa settimana dopo che è diventata virale una voto che mostrava Raisi con vicino un cercapersone appoggiato su un tavolino. Secondo, tuttavia, l’indagine conclusa dal governo iraniano, a causare l’incidente dell’elicottero sono state le condizioni meteorologiche avverse e la fitta nebbia. Il rapporto ha anche escluso deviazioni dalla rotta di volo, informazioni errate sulla rotta e interferenze esterne come fattori dello schianto avvenuto in una zona montuosa nella provincia dell’Azarbaigian orientale il 19 maggio. Ha anche osservato che il pilota non ha segnalato alcuna situazione di emergenza.