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Medio Oriente, Hezbollah è in ginocchio: Israele ha decapitato la leadership militare

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Hezbollah ha subito il terzo, durissimo colpo in pochi giorni con l’uccisione dei vertici della Forza d’èlite Radwan e altri 13 miliziani in un attacco aereo israeliano su Beirut. Il movimento ha confermato che nell’attacco di venerdì sulla periferia meridionale della capitale libanese hanno perso la vita il capo dell’ala militare di Hezbollah, Ibrahim Aqil, e i suoi due vice. Il bombardamento che ha raso al suolo una palazzina e ucciso quanti partecipavano a una riunione della forza d’elite insieme con altre 15 persone, tra cui 3 bambini, è arrivato subito dopo il sabotaggio di cercapersone e walkie-talkie in cui sono morte 37 persone. L’attacco ha sollevato nuove domande sulle capacità del gruppo sostenuto dall’Iran e ha inferto un duro colpo al morale dei suoi combattenti. 

 

 

Oltre al comandante della forza Radwan, Ibrahim Aqil, è stato eliminato anche Ahmed Mahmud Wahbi, l’uomo che aveva guidato le operazioni del gruppo contro Israele dall’inizio della guerra a Gaza. Confermando la morte di Aqil, ricercato dagli Stati Uniti per il coinvolgimento nel bombardamento dell’ambasciata statunitense a Beirut nel 1983, Hezbollah lo ha salutato come «uno dei suoi grandi leader». Quello che ha lasciato un enorme cratere è stato il secondo attacco israeliano alla leadership militare di Hezbollah dopo quello che a luglio era costato la vita a Fuad Shukr, un capo operativo di alto livello per il movimento. 

 

 

Stephane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, si è detto «molto preoccupato per l’accresciuta escalation» e ha chiesto «massima moderazione» a tutte le parti. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto un «attacco mirato» contro Aqil mentre partecipava «a un incontro con i comandanti». Gli Stati Uniti avevano offerto una ricompensa di 7 milioni di dollari per informazioni su Aqil, descrivendolo come un «membro principale» di un’organizzazione che ha rivendicato l’attentato all’ambasciata del 1983, in cui morirono 63 persone. Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha dichiarato dopo l’attacco che Israele «non stava puntando a un’ampia escalation nella regione», ma Hamas l’ha definita una «aggressione brutale e terroristica» e una «escalation». Il ministero degli esteri iraniano ha accusato Israele di cercare di «ampliare la geografia della guerra».

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