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Commissione europea, nella squadra Von der Leyen Fitto vicepresidente
Una Commissione con molti sconosciuti, pochi giganti e donne in ruoli chiave. Sei vicepresidenti esecutivi, di cui uno all'italiano Raffaele Fitto. E' questo l'assetto del nuovo Esecutivo Ue svelato oggi da Ursula von der Leyen. L'Italia strappa uno dei posti apicali, che rimpiazzano l'assetto attuale di tre vicepresidenti esecutivi e quattro regolari, ma ottiene deleghe che non hanno grande risonanza comunicativa. Al ministro italiano, atteso domani a Bruxelles per un primo incontro con von der Leyen assieme a tutta la nuova squadra, va anche la delega alle riforme e gli investimenti del Pnrr, da gestire assieme al Commissario per l'economia Valdis Dombrovskis, che ottiene un portafoglio importante ma perde la vicepresidenza esecutiva. Fitto dovrà dedicarsi anche al dialogo con le autorità regionali e locali.
Von der Leyen è riuscita a fugare la polemica sul mancato raggiungimento dell'equilibrio di genere, sia portando la rappresentanza femminile dal 22% delle candidature proposte all'inizio al 40% - ovvero con 11 donne, compresa sé stessa - sia affidando quattro posti di vicepresidenti su sei a donne. Tra queste spicca la spagnola Teresa Ribera, che sarà vicepresidente esecutiva per una Transizione pulita, giusta e competitiva ma anche responsabile della politica sulla Concorrenza, succedendo al decennio di Margrethe Vestager. Avrà dunque una gestione del Green Deal, ma questo sarà appannaggio di diversi commissari. C'è poi la finlandese Henna Virkkunen, che sarà vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, mentre l'alta rappresentante, l'estone Kaja Kallas, dovrà mettere la sicurezza al cuore dell'Ue e costruire una vera Unione della Difesa. Il francese Stéphane Séjourné, nominato ieri al posto di Breton, sarà vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale.
Nella nuova commissione non ci sono più pezzi da 90 come Josep Borrell, Thierry Breton, Frans Timmermans, la stessa Vestager o Margaritis Schinas. Sono per lo più figure sconosciute al grande pubblico o che hanno svolto ruoli minori nella loro carriera, ma non per questo potrebbero riservare delle sorprese. A cominciare dalla giovane europarlamentare socialista romena Roxana Minzatu, che sarà vicepresidente esecutiva per le Persone, le competenze e la preparazione. Un portafoglio poco comprensibile e non a caso fonti dei socialisti fanno sapere che nel corso del processo di valutazione dei commissari cercheranno di far modificare il nome delle deleghe, facendo emergere le deleghe relative al lavoro, alla demografia e al pilastro sociale. Tutto sommato, si tratta di una Commissione di pochi giganti della politica europea. Quasi a celare un disegno della stessa von der Leyen di voler governare senza alcun controcanto e troppi ostacoli. Le figure forti hanno lasciato il campo, sostituite da politici nazionali sconosciuti e, secondo alcuni critici, prevalentemente "yes men", pronti a seguire le direttive senza troppa autonomia di pensiero.
C'è poi la questione dell'incarico a Fitto, che potrebbe incontrare qualche ostacolo nelle audizioni, ma che verosimilmente sarà accettato dalle forze della maggioranza. Nell'affidargli una vicepresidenza esecutiva von der Leyen ha voluto riconoscere il ruolo dell'Italia, come importante Paese e fondatore dell'Ue, ma anche riflettere le nuove dinamiche del Parlamento europeo, dove non solo è caduto il cordone sanitario verso i conservatori di Ecr ma questi hanno ottenuto due vicepresidenze. La nomina di Fitto suscita "grande preoccupazione" per i Verdi, che avvertono: "le audizioni non saranno una passeggiata". Anche i liberali di Renew si dicono rammaricati per tale scelta, "nonostante gli allarmi che abbiamo lanciato - dicono -. Ma ora valuteremo i candidati alla Commissione in base alle loro competenze, alle loro capacità, ai loro impegni europei". Per i socialisti c'è un problema politico, perché Ecr non era parte della piattaforma politica che ha appoggiato von der Leyen, spiega la presidente Iratxe Garcìa Pérez, ma "in ogni caso lavoreremo con responsabilità e faremo il nostro lavoro nelle audizioni".
La nuova Commissione sarà ispirata, almeno nelle intenzioni annunciare da von der Leyen, al Rapporto Draghi. "L'intero Collegio è impegnato nella competitività! Rafforzare la nostra sovranità tecnologica, sicurezza e democrazia. Costruire un'economia competitiva, decarbonizzata e circolare, con una transizione equa per tutti", afferma la leader tedesca citando l'ex presidente della Bce, che proprio oggi è intervento alla plenaria del Parlamento europeo. "Siamo tutti ansiosi per il futuro dell'Europa. La mia preoccupazione non è che ci ritroveremo più poveri o che saremo sottomessi agli altri - abbiamo ancora molti punti di forza in Europa - ma che col tempo diventeremo inesorabilmente meno prosperi, meno uguali, meno sicuri e, di conseguenza, meno liberi di scegliere il nostro destino", avverte l'ex premier. Se il suo Rapporto sarà solo un diversivo o se veramente la nuova Commissione e gli Stati membri vorranno prenderlo sul serio lo si vedrà nei prossimi mesi. Intanto l'avvertimento è chiaro: "Chi si oppone alla costruzione di un vero mercato unico, all'integrazione del mercato dei capitali e all'emissione di debito, si oppone ai nostri nuovi obiettivi".