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“Israele verso una dittatura”. L'accusa choc dell'ex capo delle spie a Netanyahu

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L’ex capo dello Shin Bet, Nadav Argaman, ha espresso preoccupazione per il fatto che Israele sia «sulla strada verso una dittatura», chiedendo al contempo l’immediata sostituzione del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu, in un’intervista televisiva. «L’unica cosa che spinge Netanyahu in questo momento è il desiderio di continuare a essere il primo ministro di Israele, qualunque cosa accada», la bordata di Argaman nell’intervento pubblico. «Hamas ha rapito oltre 250 civili e soldati dello Stato di Israele. È nostro dovere riportarli a casa, ieri. Siamo stati presi in ostaggio da un governo fanatico che deve essere sostituito domani», ha rincarato la dose l’ex numero uno dei servizi segreti. 

 

 

Argaman, che ha guidato lo Shin Bet tra il 2016 e il 2021, per lo più sotto Netanyahu, sostiene che l’insistenza del primo ministro nelle ultime settimane sul fatto che Israele debba mantenere il controllo del corridoio di Filadelfia per il prossimo futuro serva all’obiettivo di mantenere unita la coalizione piuttosto che a preoccupazioni di sicurezza. Argaman accusa i partner della coalizione di estrema destra di Netanyahu di essere «alimentati da una visione messianica del mondo che, sfortunatamente, ha preso il sopravvento sullo Stato di Israele». L’ufficio di Netanyahu ha liquidato senza mezzi termini i commenti di Argaman, accusando l’ex capo dello Shin Bet - l'agenzia di intelligence per gli affari interni - di «aver perso ogni contatto con la realtà, come si evince da questa intervista delirante». E intanto non si vede ancora la luce sull’accordo per la liberazione degli ostaggi tenuti a Gaza.

 

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