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Maldive a rischio crack, il default finanziario è dietro l’angolo

Spiagge paradisiache, paesaggi mozzafiato, meta di milioni di turisti ogni anno e sogno nel cassetto per chi vuole scappare dalla faticosa routine quotidiana. Ma le Maldive adesso potrebbero vivere uno dei momenti più drammatici della loro storia recente. Il paese tropicale infatti rischia di essere travolto non più dalle calme onde dell’Oceano Indiano, ma da quelle in tempesta di un possibile default finanziario. Il prossimo 8 ottobre lo stato insulare potrebbe non riuscire a pagare gli interessi per i bond legati alla sharia – i principi della legge islamica. I “Sukuk” sono infatti titoli di debito che rispettano il principio secondo cui non si deve lucrare sugli interessi ma nonostante ciò, alla fine del primo trimestre 2024 avevano raggiunto un totale di emissioni superiore a 867 miliardi di dollari in tutto il mondo. I bond comunque negli ultimi due mesi hanno fatto registrare un tracollo senza precedenti: il 4 settembre venivano scambiati per appena 69,5 centesimi, in piena caduta rispetto ai 93 centesimi di giugno. Ma come si è arrivati a tanto?

 

  

 

La situazione valutaria del paese è in deterioramento da mesi. A giugno 2024 le riserve in valuta estera delle Maldive ammontavano ad appena 395 milioni di dollari, circa la metà rispetto ai 700 milioni dell’annata precedente. In più le somme immediatamente disponibili, secondo le autorità monetarie dell’arcipelago, si attestavano intorno ai 45 milioni di dollari. A complicare la situazione l’agenzia di rating Fitch che a fine agosto ha deciso di ridurre il merito di credito delle Maldive da CCC+ a CC, soglia non lontana dalla temibile D che indica appunto il default. Riusciranno le Maldive a resistere a questo default?

 

 

Per il mercato internazionale è uno scenario inedito e i pareri sono discordanti. Come ricostruito da Il Corriere della Sera, la prima nazione a essere particolarmente interessata della sorte delle Maldive è l’India. Innanzitutto, perché è uno dei principali creditori di Malè. E poi perché sullo sfondo della non-florida situazione dell’arcipelago c’è la competizione geopolitica con Pechino. Il nuovo governo delle Maldive è stato infatti eletto ad aprile grazie al supporto cinese e sull’onda dello slogan “India out”. Ma nonostante la volontà di distaccarsi dal controllo di Nuova Delhi è sempre più probabile che si rivolgerà proprio all’India per risolvere la situazione. La Reserve Bank of India e la Maldives Monetary Authority stanno infatti trattando la concessione di una linea di credito 400 milioni di dollari che potrebbe dare respiro, almeno per il momento, alla crisi dei sukuk bond ed evitare il default. Ci riusciranno?