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Gaza, Hamas prova ad addossare la morte degli ostaggi a Netanyahu

Hamas ha fatto sapere che i sei prigionieri i cui corpi sono stati ritrovati a Gaza sarebbero ancora vivi se Israele avesse accettato un accordo di cessate il fuoco. In un’intervista ad Al Jazeera, un leader del movimento islamista, Khalil al-Hayya, ha sostenuto che Hamas da parte sua ha mostrato flessibilità nei negoziati, anche riducendo il numero di prigionieri palestinesi di cui chiedeva il rilascio e accettando la proposta presentata da Biden e sostenuta dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ma Netanyahu ha risposto alla flessibilità di Hamas con misure evasive e nuove condizioni. Tra queste, il rifiuto di rilasciare i prigionieri anziani che stanno scontando condanne all’ergastolo e l’insistenza sulla permanenza delle forze israeliane nel cosiddetto corridoio di Netzarim, nella parte centrale di Gaza, e nel corridoio di Philadelphia, al confine dell’enclave palestinese con l’Egitto. Al-Hayya ha evidenziato che non ci sarà alcun accordo senza il ritiro delle forze israeliane dai corridoi di Netzarim e Philadelphia. 

 

  

 

Nel frattempo il principale sindacato israeliano ha indetto uno sciopero generale a livello nazionale proprio dopo che i soldati hanno recuperato i corpi di sei ostaggi uccisi nella Striscia. Ieri in serata decine di migliaia di israeliani si sono riuniti nelle strade di Tel Aviv e di altre città per protestare contro il governo e chiedere un accordo per il rilascio degli ostaggi. Gli ostaggi uccisi a Gaza erano tra i 251 sequestrati durante l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, che ha scatenato la guerra, 97 dei quali rimangono prigionieri. Alcuni sono stati rilasciati durante una tregua di una settimana a novembre, ma i parenti ritengono che non sia stato fatto abbastanza per liberare quelli ancora detenuti. Il gruppo della campagna Hostages and Missing Families Forum ha dichiarato che è urgente un «accordo negoziato per la restituzione degli ostaggi».