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Solingen, l'Isis rivendica l'attacco: "In Palestina e ovunque". Arrestato un siriano

L'Isis ha rivendicato l'attacco di ieri a Solingen, in Germania, dove un uomo ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre otto durante le celebrazioni per il 650esimo anniversario della fondazione della città, seminando il panico e risvegliando in Europa la paura del terrorismo. Il gruppo dello Stato Islamico ha dichiarato che uno dei suoi membri è l’artefice dell’attacco mortale contro un raduno di cristiani nella città tedesca. L’uomo, sostiene l’Isis in un comunicato dell’agenzia di stampa Amaq dei jihadisti sull’app di messaggistica Telegram, è un soldato del gruppo "Stato Islamico" ed ha agito per "vendicarsi" rispetto quanto sta succedendo ai musulmani "in Palestina e ovunque".

 

  

 

Agenti di polizia d’èlite del Comando per le operazioni speciali (Sek) hanno fatto irruzione in un centro per rifugiati dopo l’attacco terroristico di Solingen. Secondo le prime informazioni non confermate, è stato arrestato un siriano. Lo riporta la Bild. Il centro per richiedenti asilo dista solo 300 metri dal Fronhof, il luogo dell’attacco, e a 150 metri dal luogo in cui nel pomeriggio gli investigatori hanno trovato la presunta arma del delitto. Secondo un testimone, scrive Welt am Sonnatag, l'attentatore di Solingen avrebbe urlato "Allah Akbar". Un ferito avrebbe riferito alla polizia di conoscerlo "dalla moschea che anche lui frequenta". Come confermano i video delle telecamere nella zona dell’attacco, l’assalitore ha mirato direttamente alla gola delle vittime.