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Cancro ai polmoni, via al test del primo vaccino

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Luca De Lellis
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Una nuova fonte di speranza per chi combatte contro un cancro ai polmoni. Nel Regno Unito, martedì scorso, a un paziente è stato somministrata la prima dose del nuovo farmaco concepito per mettere al tappeto la forma più comune di questa patologia - purtroppo ancora mortale - e impedirne una recidiva. Sinora, il primo vaccino al mondo contro il cancro ai polmoni, è nella sua prima fase di sperimentazione clinica. Il farmaco potenzialmente salvavita grazie alla tecnica dell'Rna messaggero – la stessa usata per quello del Covid-19 - è stato prodotto dall'azienda BioNTech ed è per adesso chiamato con la sigla BNT116. Prossimamente verrà somministrato anche ad altri pazienti per sconfiggere quella che, a oggi, è ancora la principale causa di morte per cancro a livello globale, con una stima di 1.8 milioni di decessi ogni anno e un tasso di sopravvivenza che resta tra i più bassi.

Il paziente zero, dicevamo. Si chiama Janusz Racz, è un uomo di 67 anni che vive a Londra e che lo scorso maggio ha ricevuto la diagnosi, cominciando immediatamente il ciclo di radio e chemioterapia. Poi è emersa la possibilità di entrare nella cura sperimentale, e martedì 20 agosto ha subìto le prime 6 iniezioni consecutive, a distanza di 5 minuti l’una dall’altra, presso il National Institute for Health Research UCLH Clinical Research Facility. Ogni iniezione conteneva diversi filamenti di RNA. Riceverà il vaccino ogni settimana per sei settimane consecutive, e poi ogni tre settimane per 54 settimane. Anche lui è uno scienziato, specializzato però nel campo dell’Intelligenza Artificiale, ed è questa propensione all’innovazione che lo ha spinto a esplorare i nuovi confini della medicina. Racz ha ricordato quanto sia stato fortunato a essere il primo a poter usufruire del medicinale: “Sarebbe molto vantaggioso per me, perché si tratta di una nuova metodologia non disponibile per altri pazienti che può aiutarmi a liberarmi del cancro”. La sua è una visione ottimistica sul futuro del vaccino mRNA: “Posso far parte del gruppo che può fornire una prova di concetto per questa nuova metodologia, e più velocemente sarà implementata in tutto il mondo, più persone saranno salvate".

 

 

 

Come funziona scientificamente il vaccino? Intanto è stato creato per trattare il tumore polmonare non a piccole cellule, la forma più comune della malattia. A differenza della chemioterapia il farmaco si propone principalmente di stimolare la risposta alle cellule malate e lasciare immutate quelle sane con enormi differenze rispetto alla chemioterapia che le "uccide" tutte indistintamente, e questo sarebbe possibile grazie a un preciso marcatore chiamato NSCLC. Il primo è stato Racz, ma ce ne saranno altri 130 di pazienti coinvolti nella prima fase di sperimentazione e ai quali sarà somministrata la prima dose di vaccino. Nel gruppo sia malati allo stadio iniziale, sia con malattia in stato avanzato o con il cancro che si è ripresentato dopo una prima rimozione chirurgica. La speranza è tanta, e proviene anche dagli addetti ai lavori come Siow Ming Lee, consulente oncologo medico all’University College di Londra che conduce la sperimentazione: “È semplice da somministrare e si possono selezionare antigeni specifici nella cellula tumorale, per poi colpirli” – ha evidenziato lo scienziato, che poi ha concluso: “Questa tecnologia rappresenta la prossima grande fase del trattamento del cancro”.

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