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Kamala Harris, la "spintarella" di Abc News: altra beffa dei media per Trump

Marco Zonetti
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Mentre impazza la quattro giorni dem di Chicago, la convention fiume che ha consacrato Kamala Harris quale sfidante di Donald Trump, la vice di Joe Biden tira un sospiro di sollievo evitando un altro difficile scoglio nella sua già piuttosto facilitata navigazione verso la Casa Bianca. Già, perché il primo di due confronti con il rivale repubblicano su Fox News, previsto per il 4 settembre, è saltato. È stato The Donald a comunicarlo, commentando: «Questo sviluppo non mi sorprende poiché ritengo che sappia che, nella migliore delle ipotesi, per lei è molto difficile difendere i suoi voltafaccia su tutto ciò in cui prima credeva».

Nell'apprendere che il confronto del 10 settembre in prima serata su ABC News è stato invece confermato, si resta perplessi conoscendo il retroscena che lega Harris alla rete di proprietà della Disney. Sì, perché ai vertici della società spicca il nome dell'importante e temutissima funzionaria Dana Walden, che si dà il caso sia anche una delle migliori amiche di Kamala. Walden, che ha organizzato raccolte fondi per la vice di Biden fino almeno al 2022, aspira a diventare la prossima CEO dell'azienda alla scadenza del mandato di Robert A. Iger nel 2026. E le tempistiche sono piuttosto peculiari, dato che in quel periodo la sua sodale potrebbe essere presidente degli Stati Uniti.

Negli Usa si è gridato da più parti al conflitto d'interessi, evidenziando i rapporti strettissimi fra Walden e Harris, e la possibilità che, nel confronto in prima serata con Trump, la candidata dem sia avvantaggiata dal ruolo di sovrintendente della ABC, ricoperto dalla funzionaria. La rete si è affrettata a smentire eventuali interferenze, puntualizzando che Dana Walden si occupa di questioni tecniche legate al budget e al personale, senza alcuna voce in capitolo nella linea editoriale. Inutile dire che il comunicato non ha convinto nessuno.

Oltre agli stretti rapporti con Walden, Harris vanta alle spalle una formidabile macchina del consenso e amicizie estremamente influenti. Si parla di Bryan Lourd di CAA, la più potente agenzia di spettacolo americana, e poi la comunità LGBT e quella di colore, tutta la Hollywood che conta, Netflix, Amazon e così via. Non stupisce quindi che, grazie a questa corazzata mediatica, da evanescente ectoplasma all'ombra di Biden sia diventata nel giro di poche ore, dopo la rinuncia di quest'ultimo, una formidabile supereroina in patria e all'estero.

O almeno è così che ce la raccontano. Come segnalato da Il Tempo, qualche giorno fa l'anchorwoman Megyn Kelly ha parlato infatti di costruzione a tavolino del consenso di Kamala Harris da parte dei media. E dire che Donald Trump è stato più volte messo in croce per gli endorsement di Elon Musk e per la sua amicizia con Rupert Murdoch, fondatore di Fox News. Canale che, dopo il forfait di Harris, ha annunciato comunque un Tele-Town-Hall in Pennsylvania con protagonista Trump. À la guerre comme à la guerre.

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