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Russia-Ucrina, il delirio di Zakharova contro la Rai: "Sembrano nazisti"

Luca De Lellis
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Dire che ultimamente non scorra buon sangue tra il Cremlino e la Rai è quasi un eufemismo. Proseguono infatti le accuse mosse da Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, nei confronti dei giornalisti del servizio pubblico italiano. Dopo aver denunciato gli inviati della redazione esteri del Tg1 Stefania Battistini e Simone Traini per “attraversamento illegale del confine di Stato” - con annessa convocazione presso il ministero degli Esteri russo dell’ambasciatrice italiana a Mosca, Cecilia Piccioni, - ora, riporta Il Giornale, Mosca prende di mira un altro corrispondente Rai, Ilario Piagnerelli. La ragione dell’imputazione è un suo servizio, preso come spunto per evidenziare una somiglianza dell’azienda radiotelevisiva a Volkischer Beobachter, l'organo di stampa ufficiale del Partito nazista di Hitler. 

Ma facciamo un passo indietro. Dove sorgono queste schermaglie tra Mosca e l’informazione proposta dalla Rai? Anzitutto non è un segreto che dalle parti del Cremlino si respiri un nervosismo latente dovuto all’avanzata ucraina a Kursk, che sta mettendo in crisi quella zona del regno di Vladimir Putin. È proprio nel tentativo di raccontare quanto sta accadendo nella guerra entro i confini russi che, secondo il Cremlino, la troupe di giornalisti italiani si sarebbe “infiltrata con l’obiettivo di coprire un attacco terroristico criminale da parte di militanti ucraini”. Ma non si tratta solo di un avvertimento, perché il ministero dell'Interno russo, scrive il quotidiano, sarebbe infatti intenzionato ad avviare un procedimento «ai sensi dell'articolo 322» che punisce chi attraversa il confine senza permesso. 

 

 

 

L’irritarsi russo non è ancora finito qui: ora il servizio posto sotto la lente dell’accusa è quello di Ilario Piagnerelli, il corrispondente Rai che recentemente ha fatto apparire nel suo prodotto giornalistico un intervistato che indossava un cappello con il simbolo della divisione SS Leibstandarte Adolf Hitler. Questo è bastato a Zakharova per affermare che il giornalista della Rai sarebbe un “amante dei neonazisti ucraini”. La portavoce di Lavrov ha persino individuato un parallelismo tra l’informazione italiana e l’organo di stampa ufficiale dei nazisti di Adolf Hitler. 

A difesa dei giornalisti Rai interpellati con reazioni intimidatorie dal Cremlino si è schierata parte dell’emisfero politico italiano. Dopo Azione e Italia Viva, anche alcuni esponenti della Commissione Vigilanza Rai di Fratelli d’Italia si sono scagliati in una nota contro le accuse di Mosca, denunciando a loro volta “un atteggiamento inaccettabile nei confronti della Rai”. Non manca neanche una stoccata alla diretta interessata: “Dopo l’annunciato provvedimento contro i giornalisti Battistini e Traini, oggi dobbiamo assistere a una scena ridicola, a Maria Zakharova che dà lezioni di giornalismo riguardo un’intervista di Ilario Piagnerelli. Siamo costretti a registrare l’ennesima minaccia verso il servizio pubblico e il diritto a una corretta informazione. Rinnoviamo ai giornalisti Battistini, Traini e Piagnerelli la nostra solidarietà".
Il risultato, intanto, è che gli inviati del Tg1 autori dei reportage bersagliati dal potere russo sono rientrati in patria “per garantire la propria tutela”. Un altro segnale poco rassicurante, e di certo preoccupante, in merito al lavoro degli inviati di guerra che provano a fare il proprio mestiere tra mille ostacoli.

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