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Russia, i soldati si arrendono agli ucraini: così il "mite" Zelensky umilia lo zar Putin

Francesco Nicola Maria Petricone*
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Fatti, non parole. Come quelli del presidente Zelensky che da oltre una settimana con le sue truppe occupa una parte del territorio del suo aggressore. E non succedeva dal 1941. O come quelle pronunciate dal pluricercato Putin, livido, perché sorpreso e umiliato di fronte ai suoi. Ormai l’Ucraina ha cambiato passo nella lotta per la sua libertà, portando uomini e mezzi militari oltre confine, come il diritto internazionale in caso di guerra gli avrebbe permesso fin dall’inizio. Con lo stesso coraggio e intelligenza con cui si è battuta fino ad oggi per la sua sopravvivenza e libertà. Contro la ragione del terrore, della violenza e della barbarie perpetrate da Putin su tutto il territorio ucraino da oltre 900 giorni. E ora?

Fiumi di parole, nero su bianco, stanno inondando stampa e canali social. Insieme alle immagini delle centinaia di soldati russi, per lo più mercenari, che si arrendono agli ucraini – sì, proprio così, arrendono – senza combattere, aggiungendo ancora più livore sul volto dell’aggressore che li ha reclutati. Alcuni di loro provengono dai battaglioni di stanza nei territori occupati ucraini, segno che l’attacco sta raggiungendo uno degli obiettivi. Ma non il solo. L’immagine del Cremlino, da tempo messa a dura prova dalla resistenza ucraina, è oggi più che mai compromessa, soprattutto all’interno.

 

«E se Putin è così preoccupato per la situazione nella regione di Kursk, può sempre fermare la guerra di aggressione contro l’Ucraina», ha dichiarato l’ammiraglio John Kirby, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden dal 2022. Perché è preoccupato Putin, eccome, tanto da sentire la necessità di correggere Alexey Smirnov, il governatore di Kursk, sui numeri dell’invasione, affinché non appaia ancora più umiliante. Al contrario di Zelensky che persevera con decisione sulla linea del fronte. E oltre.

«Voglio ringraziare tutti i nostri uomini e donne, a cominciare dal Comandante Syrskyi, impegnati a ristabilire la pace e la giustizia sulla nostra terra», ha dichiarato in un recente quotidiano messaggio serale alla nazione. «L’Ucraina sta provando che realmente conosce come ristabilire la giustizia e applicare la necessaria pressione sull’aggressore». Senza dubbio. Prova ne sia che il governo russo ha deciso di spostare in altre aree della federazione quasi duecentomila residenti nei mille chilometri quadrati occupati dall’esercito ucraino nella regione di Kursk.

 

E l’offensiva dell’esercito di Zelensky continua sul territorio oltre confine, inclusa la zona di Belgorod. Perché il presidente ucraino sa che l’unico modo per fermare l’aggressore è sconfiggerlo sul campo, per minarne la credibilità politica internazionale e interna. E dimostrare a quella parte del mondo che crede nella democrazia, ma ancora non l’ha capito, che Putin e tutto ciò che rappresenta si può affrontare e battere. Con i fatti.

 

*Università Lumsa

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