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Iran minaccia, Israele evoca la reazione: spirale senza fine. Telefonata Meloni-Netanyahu

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Un'escalation inevitabile, una spirale in cui si avvita tutta la regione mediorientale e non solo. L’Iran ha respinto gli appelli alla moderazione rivolti ieri da Francia, Germania e Regno Unito (il cosiddetto Eu3), accusandoli di non denunciare «i crimini sionisti». Quegli appelli, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanaani, citato dall’Irna, «mancano di logica politica, sono completamente contrari ai principi e alle regole del diritto internazionale». Secondo il ministero degli Esteri, «senza alcuna obiezione ai crimini del regime sionista, la dichiarazione degli Eu3 chiede in maniera impudente all’Iran di non rispondere alla violazione della sua sovranità e integrità territoriale».

 

Dal canto suo Israele ha fatto arrivare nei giorni scorsi agli Stati Uniti e a diversi paesi europei il messaggio che qualunque attacco dell’Iran avrà come risposta un attacco israeliano in territorio iraniano. A riportarlo è oggi la Radio dell’esercito israeliano, precisando che secondo fonti non identificate Israele avrebbe chiarito di essere pronto ad attaccare l’Iran anche se un eventuale attacco di Teheran non dovesse causare feriti o vittime tra la popolazione israeliana.

 

Il mondo cerca di fermare la spirale.  Giorgia Meloni, nell’ambito dei continui contatti che sta intrattenendo sulla crisi in Medio Oriente, ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. La premier ha reiterato il forte auspicio che si possa trovare un accordo per un cessate il fuoco sostenibile a Gaza e il rilascio degli ostaggi, in linea con la Risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in occasione del prossimo round negoziale del 15 agosto. Il Presidente Meloni ha ribadito il convinto sostegno alla mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Nel riconoscere il diritto all’autodifesa di Israele, il presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni Unite, UNIFIL, in cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano.

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