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Venezuela, le purghe di Maduro: parlamentare Davila arrestato dopo un'intervista all'Adnkronos

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Williams Davila, politico venezuelano e attuale deputato all'Assemblea nazionale del Venezuela per il partito Azione, è stato arrestato a Caracas poche ore dopo l'intervista rilasciata all'Adnkronos. Un fermo che ha suscitato lo scalpore dell'Istituto Milton Friedman che si è detto "sconvolto". Nell'intervista il deputato aveva lanciato un appello al governo italiano e alla premier Giorgia Meloni chiedendo il sostegno di Roma "nel processo che stiamo portando avanti affinché la sovranità sia rispettata e il Venezuela possa, finalmente, essere in pace".

"La comunità internazionale", aveva sottolineato il parlamentare venezuelano, membro dell'Istituto Milton Friedman, può fare pressione dall'esterno "affinché il Consiglio nazionale elettorale mostri i verbali che sostiene di avere. La premier Meloni sa che la volontà del popolo e la sua sovranità devono essere rispettate, e sono sicuro che sosterrebbe quanto dico. Quello che è successo il 28 luglio è stato un fenomeno elettorale che non si vedeva dal secolo scorso. La gente si è recata ai seggi in massa e ha votato per Edmundo Gonzalez come nuovo presidente del Venezuela". Il regime di Maduro, aveva aggiunto, "deve sapere che qui nessuno riposerà fino a quando la sovranità popolare e la giustizia non prevarranno e non saranno rispettate".

 

Il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, ha commentato: "Il deputato venezuelano Williams Davila, che con un appello al nostro Governo e al premier Meloni aveva chiesto il sostegno dell’Italia affinché la sovranità in Venezuela fosse rispettata e il Paese potesse finalmente raggiungere la pace, è stato arrestato. In ogni sana democrazia la sovranità popolare e la giustizia sono pilastri imprescindibili e inscindibili per garantire lo Stato di diritto. E in Venezuela sono stati evidentemente disattesi". Secondo l’esponente di Fdi, l’arresto di Davila "rappresenta la negazione del diritto fondamentale di un popolo a ritrovare la propria libertà dopo 25 anni di oppressione e povertà e avrebbe voluto farlo attraverso libere elezioni. Ma l’opacità sulle votazioni, svoltesi in un clima di estrema tensione, e sul loro esito - così come denunciato dalle opposizioni e da tutti gli osservatori internazionali - ha avuto ancora una volta la meglio sulla volontà di un popolo di eleggere, scevro da qualsiasi condizionamento, il proprio presidente".

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