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Lo scambio di prigionieri tra Usa e Russia sbalordisce l'ex Cia: “Accordo da film”

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Robert Baer, ex agente della Cia autore di 'Dormire con il diavolo' (da cui è stato tratto il film Oscar ‘Syriana’), è stato intervistato da Repubblica in merito al maxi-scambio di prigionieri tra Usa e Russia, un’operazione che è andata in scena in Turchia e ha coinvolto numerose intelligence mondiali: "È il più grande scambio di prigionieri dai tempi della Guerra fredda, ottenuto grazie a un lavoro diplomatico enorme, svolto in gran segretezza. Quando emergeranno i particolari resteremo stupiti, roba da film, a Hollywood ci stanno certo già pensando. Per l’amministrazione Biden è un successo importante, mostrano al mondo di saperci fare. Ma proprio il fatto che tutto questo ci riporti all’atmosfera di guerra di spie dei tempi di Stalin mi preoccupa molto”.

 

 

Secondo Baer, lo scambio di ieri "dal punto di vista della giustizia e dei diritti umani è una buona notizia, sono stati liberati degli innocenti. Ma qui a vincere è anche Vladimir Putin. Le persone liberate non erano spie e lui lo sapeva bene. Gli agenti della Cia in Russia hanno tutti passaporto diplomatico, se scoperti e arrestati vengono sempre liberati dopo poco. Il reporter del Wall Street Journal e gli altri erano dunque ostaggi. Arrestati per calcolo politico, come d’altronde già Brittney Griner. Lo scambio, ahimé, è un semaforo verde per farlo ancora. I russi considerano ormai stranieri e oppositori come merce, sanno che il metodo funziona". 

 

 

In ogni caso, però, "l'amministrazione Biden ha fatto bene a trattare, quelle persone non si potevano abbandonare. Ma servirebbero risposte più dure delle mere sanzioni. Ma noi, contrariamente alla Russia, siamo uno stato di diritto e non compiamo atti di pirateria arbitraria arrestando innocenti per usarli a turpi scopi. Né abbiamo assassini come Vadim Krasikov, losco figuro che Putin voleva riportare assolutamente a casa, incarcerati altrove". In particolare, Baer si sofferma su Krasikov: "È l’ennesima dimostrazione dell’impunità di Putin. Ha mandato un killer nel cuore dell’Europa e ora ne ottiene la liberazione, simbolicamente, in patria, è un atto potente".

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