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Venezuela, notte di scontri e di arresti dopo la vittoria di Maduro. Almeno 3 vittime

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Notte di scontri e di arresti a Caracas, in Venezuela, dopo le elezioni presidenziali e la proclamazione della vittoria di Nicolas Maduro. Almeno tre persone sono morte e 44 sono risultate ferite nel corso delle proteste sorte nel pieno delle tensioni legate alla proclamazione dei risultati di domenica. Lo riferisce Encuesta nacional de hospitales, agenzia che monitora la situazione ospedaliera nel Paese, segnalando che la maggior parte degli incidenti si è verificato nello stato settentrionale di Aragua. Ancora da chiarire i dettagli e la dinamica delle morti, apparentemente tutte verificatesi nel corso di scontri tra manifestanti e forze di sicurezza. Secondo quanto riferiscono i media locali, una prima vittima è Rancès Yzarra, studente di 30 anni, colpito al petto da un proiettile di gomma nella città di Maracay, capitale di Aragua.

 

 

 

La Commissione elettorale nazionale (Cne) ha dichiarato vincitore Maduro, ma il risultato è stato contestato dall’opposizione, che si è presentata al voto unita dietro la candidatura dell’ex diplomatico Edmundo Gonzalez Urrutia dopo che alla sua leader Maria Corina Machado è stato impedito di correre. L’opposizione ha rivendicato la vittoria denunciando brogli. "All'indomani del voto, in Venezuela regna una gran confusione. È evidente che l’opposizione ha avuto più voti, ma il governo di Nicolás Maduro al momento sta tenendo tutto avvolto in una sorta di nebbia, reclamando la vittoria senza mostrare le carte degli scrutini. Quello che il governo sta portando avanti, di fatto, è un colpo di stato. Sta disconoscendo la volontà popolare". Lo dice in un'intervista a Repubblica Moisés Naím, politologo ed economista venezuelano, già ministro del Commercio e dell’industria e direttore esecutivo della Banca mondiale nel suo Paese.

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