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Israele attacca in Libano, raid contro "comandante di Hezbollah" a Beirut

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Annunciata da giorni, la rappresaglia per il missile che ha ucciso 12 bambini e adolescenti drusi sabato scorso nel Golan è arrivata: Israele ha condotto un «attacco mirato a Beirut, contro il comandante responsabile dell’omicidio dei bambini di Majdal Shams e l’uccisione di numerosi altri civili israeliani». «Hezbollah ha superato la linea rossa», è stato il lapidario commento su X del ministro della Difesa Yoav Gallant. Nel mirino - riferiscono i media israeliani - è finito Fuad Shukr, noto anche come Haj Mohsen, alto consigliere militare del leader del gruppo sciita filo-iraniano Hassan Nasrallah e membro del Consiglio della Shura. Identificato anni fa dall’Idf come comandante del progetto missilistico di precisione di Hezbollah, è ricercato dagli Stati Uniti, con una taglia di 5 milioni di dollari sulla testa, per il suo ruolo nel bombardamento nel 1983 di una caserma Usa a Beirut, costato la vita a 241 marines. Il suo destino, hanno riferito fonti della sicurezza israeliana alla Reuters, resta «sconosciuto». Secondo l’emittente saudita Al-Hadth, «due persone sono state uccise» nell’attacco contro l’ufficio di coordinamento di Hezbollah e dei Guardiani della Rivoluzione iraniani. Le strade che portano al quartiere di Dàaheh, nel sobborgo meridionale di Beirut, roccaforte del gruppo sciita, è stata bloccata da miliziani.

L’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha immediatamente diffuso una foto che mostra il capo di governo mentre nel quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv seguiva l’operazione insieme al suo capo di gabinetto, Tzachi Braverman, il suo consigliere militare, Roman Gofman, e il consigliere per la Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi. Domenica il gabinetto di sicurezza aveva dato mandato a Netanyahu e Gallant di rispondere nei tempi e modi appropriati al massacro in Golan. Da giorni le diplomazie di mezzo mondo sono impegnate sotto traccia e con appelli pubblici affinché non si degeneri in un conflitto su larga scala. Ancora ieri, gli Stati Uniti si sono detti fiduciosi che tale pericolo sia scongiurato. Interpellato dai giornalisti, dopo l’attacco israeliano a Beirut, il portavoce del dipartimento di Stato Usa Vedant Patel ha ribadito che Washington sta «continuando a lavorare per una risoluzione diplomatica che consentirà ai civili israeliani e libanesi di tornare alle loro case e vivere in pace e sicurezza. Vogliamo certamente evitare qualsiasi tipo di escalation». 

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