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Israele e Hezbollah, "conseguenze impreviste": diplomazia al lavoro per la de-escalation

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Israele ha ribadito che colpirà duramente il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah, dopo che sabato un razzo Falaq di fabbricazione iraniana ha colpito un campetto da calcio a Majdal al Shams, città drusa nel Golan, uccidendo 12 minori. Il quadro generale lascia presagire che i militari israeliani risponderanno «in modo pesante», evitando, però, di estendere il conflitto in corso nella Striscia di Gaza anche al Libano, sia per le risorse militari a disposizione, ma, ancor di più, per scongiurare una reazione iraniana e, quindi, una pericolosissima escalation regionale. A livello internazionale, le cancellerie stanno lavorando per scongiurare un aumento della tensione, avvertendo i propri concittadini a lasciare il Libano, mentre alcune compagnie aeree hanno cancellato temporaneamente i voli verso l’aeroporto di Beirut. 

 

 

 

 

Gli Stati Uniti in primis stanno esercitando una forte pressione su Israele affinchè non risponda troppo duramente. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha dichiarato: «Israele ha il pieno diritto di difendere i suoi cittadini, ma è necessario lavorare per scongiurare un conflitto sulle alture del Golan». Nella serata di domenica, il governo israeliano ha autorizzato una rappresaglia militare contro obiettivi di Hezbollah in Libano, proprio dopo l’attacco sul Golan. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha ribadito che il movimento sciita filo-iraniano affronterà le conseguenze dell’attacco su Majdal Shams, sulle Alture del Golan (occupate da Israele nel 1967 e annesse de facto nel 1981), «nonostante le sue ridicole smentite». L’esercito israeliano ha attribuito l’attacco a Hezbollah, mentre quest’ultimo ha negato ogni responsabilità. «Sono venuto al Comando Nord per discutere dei piani di rappresaglia. Questo è Hezbollah, un proxy iraniano nella regione. Hezbollah non resterà impunito per questo incidente, anche con le sue ridicole smentite», ha affermato Gallant, aggiungendo che il gruppo islamista ha lanciato il razzo che ha colpito Madjal Shams e «pagherà un prezzo pesante per le sue azioni».

 

 

L’Iran ha avvertito Israele che qualsiasi nuova campagna militare in Libano potrebbe portare a «conseguenze impreviste». In una nota, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha affermato che «qualsiasi azione ignorante del regime sionista (Israele) può portare all’ampliamento della portata dell’instabilità e dell’insicurezza, nonchè della guerra nella regione», aggiungendo che lo Stato ebraico sarà responsabile «delle conseguenze e delle reazioni impreviste a questi comportamenti stupidi». Nella notte tra il 13 e il 14 aprile, l’Iran ha lanciato un attacco di ampia portata contro Israele, con circa 300 razzi e missili, come rappresaglia per il bombardamento del consolato dell’Iran a Damasco, in Siria, avvenuto all’inizio dello stesso mese. L’annuncio da parte di Teheran del lancio dell’attacco ha fatto in modo che le difese aeree di alcuni Paesi della regione, compreso Israele, fossero pronte per contrastare la minaccia. Secondo alcuni media internazionali, Hezbollah si starebbe preparando a un massiccio attacco israeliano con il trasferimento di armi e munizioni. 

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