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Venezuela, Maduro confermato con il 51,2 per cento. L'opposizione: "Dati falsi"

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Non ci sarà la svolta in Venezuela dove si va verso un nuovo mandato da presidente per Nicolas Maduro: a indicarlo sono i dati, parziali, del voto che si è tenuto nel Paese latino-americano ieri. Ma l'opposizione denuncia brogli. Secondo il capo del Consiglio elettorale nazionale, Elvis Amoroso, dopo lo scrutinio di circa l’80 per cento delle schede Maduro è in testa con il 51,2 per cento dei consensi. Fermo a 44,02 il suo sfidante, l’ex ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia. Di fronte a una folla di sostenitori, nella capitale Caracas, Maduro ha detto che la sua conferma alla guida dello Stato rappresenta «un trionfo per la pace e la stabilità». Il presidente ha anche contestato le denunce di irregolarità mosse dall’opposizione, che aveva boicottato il voto del 2018: «Urla all’imbroglio» ogni volta, ha sostenuto Maduro.

Critiche sulle garanzie offerte per lo scrutinio sono state espresse anche dal segretario di Stato americano, Antony Blinken. Secondo il dirigente, Washington ha «gravi preoccupazioni sul fatto che i risultati annunciati non riflettano la volontà del popolo del Venezuela». Sin dal tempo della presidenza di Hugo Chavez e dalla svolta «bolivariana» a Caracas, gli Stati Uniti impongono da anni sanzioni nei confronti del Paese latino-americano. Che è invece alleato di Cuba. Questa la reazione del governo dell’Avana: «Il popolo ha parlato e la rivoluzione ha vinto». Una lettura, questa, in linea con i titoli dell’emittente Tele Sur, che ha base a Caracas. «Maduro è il legittimo continuatore dell’eredità di Hugo Chavez» si legge nell’homepage del sito della tv in riferimento anche all’ex presidente in carica dal 1998 al 2013, «e il difensore della sovranità del Venezuela di fronte alle cospirazioni imperialiste». 

Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, non riconosce l’esito ufficiale del voto che conferma il bolivariano chavista Maduro per un nuovo mandato e afferma che il «nuovo presidente eletto» è Edmundo Gonzalez Urrutia. La coalizione di opposizione sostiene di aver ottenuto il 70% dei voti, non il 44% come riportato dalla commissione elettorale. «Vogliamo dire a tutto il Venezuela e al mondo che il Venezuela ha un nuovo presidente eletto ed è (il candidato) Edmundo Gonzalez Urrutia», ha detto ai giornalisti Machado aggiungendo: «Abbiamo vinto».

I ministri degli Esteri di nove nazioni dell’America Latina hanno detto al Venezuela che è «indispensabile» che «abbia» garanzie che i risultati delle elezioni di questa domenica saranno rispettati. «Riteniamo essenziale avere garanzie che i risultati elettorali rispettino pienamente la volontà popolare espressa dal popolo venezuelano alle urne», si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri di Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay. Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay. «Di fronte alle dichiarazioni di Nicolàs Maduro sulla possibilità di un ’bagno di sangue' nel caso in cui il partito al governo perdesse le elezioni, ribadiamo il nostro appello alle autorità venezuelane affinchè rispettino la Carta Democratica Interamericana», si legge in una nota dell’Alleanza a Development in Democracy (Add) che compongono i quattro paesi (Repubblica Dominicana, Panama, Costa Rica e Ecuador). I Paesi hanno, inoltre, chiesto che nelle elezioni «si rispetti la volontà del popolo venezuelano, fondamento della democrazia», oltre a garanzie che le elezioni sarebbero «libere, giuste e trasparenti», condannando le azioni del governo venezuelano che limitavano «l’accesso» agli osservatori internazionali, tra cui diversi ex presidenti dell’America Latina.

Intanto il ministro degli Esteri peruviano, Javier Gonzàlez-Olaechea, ha assicurato che il suo Paese «non accetterà la violazione della volontà del popolo venezuelano». La dichiarazione è arrivata pochi minuti dopo l’annuncio della vittoria di Maduro da parte de Consiglio Elettorale Nazionale (Cne). «Condanniamo in tutti i suoi estremi l’insieme delle irregolarità a scopo di frode da parte del governo del Venezuela. Il Perù non accetterà la violazione della volontà popolare del popolo venezuelano», ha pubblicato Gonzàlez-Olaechea sul social network X.

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