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Israele, la strage di bambini nel Golan fa crescere la tensione: "Il razzo è iraniano"

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È di almeno 12 minori il bilancio delle persone uccise nell’attacco che ha colpito ieri un campo da calcio nella città di Majdal Shams, a maggioranza drusa, nell’area delle Alture del Golan, occupate da Israele nel 1967 e annesse de facto nel 1981. Lo si apprende dai media israeliani. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno attribuito l’attacco al movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah. Da parte sua, il gruppo islamista ha invece smentito «categoricamente le accuse fatte da alcuni media nemici e da varie piattaforme mediatiche sull’obiettivo di Majdal Shams», sottolineando che «la Resistenza islamica non ha nulla a che fare con l’incidente». In risposta all’attacco, i caccia israeliani hanno colpito la scorsa notte una serie di obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, tra cui depositi di armi e altre infrastrutture a Shabriha e Burj el Shemali, vicino a Tiro, nella Valle della Beqaa e nelle zone di Kafr Kila, Rab al Thalathine, Khiam e Tayr Harfa. 

 

 

Secondo quanto dichiarato dal portavoce delle Forze di difesa d’ Israele (Idf), Daniel Hagari, in una conferenza stampa, il razzo che ha colpito Majdal Shams era un Falaq-1 di fabbricazione iraniana. «È un razzo iraniano, prodotto in Iran, con una testata di oltre 50 chilogrammi di esplosivo», ha detto Hagari, sottolineando che il «Falaq-1 è utilizzato solo dal gruppo terroristico Hezbollah, che ha effettuato questo attacco da Chebaa», un comune situato nel distretto di Hasbaya, nel governatorato di Nabatiye, nel sud del Libano. Da parte sua, il portavoce in lingua araba delle Idf, Avichay Adraee, ha affermato che l’attacco è stato diretto da Ali Muhammad Yahya, identificato come il comandante di un sito di lancio di razzi di Hezbollah nella zona di Chebaa. Ieri, Hezbollah aveva rivendicato la responsabilità del lancio di decine di razzi Katyusha e di un singolo razzo Falaq-1 contro «postazioni di artiglieria di Israele» sulle Alture del Golan. In seguito alla notizia dell’attacco a Madjal Shams, il gruppo libanese ha negato ogni responsabilità. Diverse fonti citate dal quotidiano libanese francofono «L’Orient le Jour» hanno sollevato la possibilità che un missile intercettore israeliano abbia mancato il bersaglio e si sia schiantato sulla città a maggioranza drusa.  

 

 

In seguito alla notizia dell’attacco, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha anticipato il suo volo di ritorno in Israele dagli Stati Uniti, dove nell’ultima settimana ha tenuto un discorso al Congresso e ha avuto incontri a Washington con il presidente Usa, Joe Biden, e la vicepresidente e candidata alle prossime elezioni, Kamala Harris, e in Florida con l’ex presidente e candidato, Donald Trump. In Israele, nel frattempo, politici di ogni schieramento hanno espresso il loro sdegno per l’attacco a Madjal Shams e hanno criticato l’incapacità del governo di Netanyahu di garantire sicurezza nel nord del Paese, dove dall’8 ottobre 2023 si verificano scontri quasi quotidiani tra le Idf e i miliziani libanesi. 

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