Olimpiadi, bufera su Macron: "Vergogna woke", la cerimonia d'apertura è un caso
«Un capolavoro francese», un «motivo di orgoglio» e «uno schiaffo agli oscurantisti». Anzi no, una «vergogna» e uno spettacolo «woke», ovvero «politicamente corretto». La classe politica francese, che si è imposta «una tregua», si è mostrata divisa anche di fronte alla cerimonia che ieri sera ha inaugurato i Giochi olimpici di Parigi, la prima che si è svolta fuori dagli stati e nel centro di una capitale. I più vicini al presidente francese Emmanuel Macron, che su ’X’ è intervenuto solo con il suo motto «Allo stesso tempo», sono stati i primi a intervenire pubblicamente, ovviamente con parole di elogio.
«La cerimonia più bella della storia per la competizione sportiva più bella del mondo nel Paese più bello del mondo!», ha esultato il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. «Il meglio della Francia, il meglio di noi stessi», ha affermato Aurore Bergé, ministro per la Parità tra uomini e donne. «La nostra storia, le nostre lotte, la nostra energia, la nostra creatività, la nostra diversità, le nostre parole, i nostri artisti, i nostri atleti, la nostra apertura al mondo», ha aggiunto. Ci sono stati veri e propri commenti politici come quello della deputata ambientalista Sandrine Rousseau che ha definito «questa cerimonia la migliore risposta all’ascesa del fascismo e dell’estrema destra».
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Ben diversi i commenti a destra. «Questa cerimonia ha mostrato i lati negativi della nostra storia, con la decapitazione di Maria Antonietta e cercando di ridicolizzare i cristiani», ha scritto la senatrice Les Républicains des Bouches-du-Rhône, Valérie Boyer, aggiungendo che «l’arrivo della nostra squadra ci rende orgogliosi». Più severa l’ex membro di Reconquete! Marion Maréchal che ha scritto su ’X’ di aver «guardato la cerimonia di apertura delle Olimpiadi con i miei figli. Difficile apprezzare le scene tra le Marie-Antoinette decapitate, la folla che si bacia, le drag queen, l’umiliazione della Guardia Repubblicana costretta a ballare Aya Nakamura, la bruttezza generale dei costumi e delle coreografie. Cerchiamo disperatamente di celebrare i valori dello sport e la bellezza della Francia in mezzo a una propaganda woke così rozza». Il deputato Thomas Portes , coinvolto in una polemica perché aveva detto che «la delegazione israeliana non era la benvenuta a Parigi», ha parlato di «una cerimonia olimpica che va contro le ossessioni razziste e reazionarie dell’estrema destra e dei suoi media». Sottolineando che è stata «una cerimonia in cui la delegazione palestinese è stata applaudita».