parla l'esperto

Biden, "improvviso e drammatico": l'analisi dello psichiatra su ritiro e salute

Non si fa che parlare di Joe Biden. Lasciare la corsa elettorale per il presidente è stato complesso non solo a livello politico, «ma anche sul piano psicologico». Ha dovuto maturare una «consapevolezza, non facile, dei suoi limiti», e arrivare «all’accettazione della fine di una fase della sua vita» in modo «improvviso, drammatico» e contrario ai piani preparati da tempo. Questa in sintesi l’analisi all’Adnkronos Salute dello psichiatra Giancarlo Cerveri, consigliere della Società italiana di psichiatria (Sip), in merito alla lunga resistenza del presidente Usa all’abbandono della campagna elettorale per un nuovo mandato alla Casa Bianca. «La scelta di Biden sollecita, oltre a rilevantissime riflessioni politiche, anche una questione profondamente personale di ordine medico», osserva lo psichiatra. Già da diverso tempo, ricorda, «erano stati descritti momenti in cui Joe Biden era stato visto assente o distratto».

 

  

 

 

Una situazione deflagrata nel «faccia a faccia con l’avversario Donald Trump». Una discussione e un dibattito, quelli sul presunto declino cognitivo, «particolarmente complessi per due motivi - spiega Cerveri - Il primo è che i sintomi cognitivi sembrava avessero un andamento fluttuante, in alcune occasioni erano evidenti e in altre non si osservavano. La giustificazione della prestazione di Biden è stata ’a bad night’, come se il giorno dopo tutto ritornasse nella norma. Secondo elemento: per il meccanismo elettorale era di gran lunga preferibile che fosse lo stesso Joe Biden a rinunciare, dunque era lo stesso Biden che doveva sviluppare un livello di consapevolezza delle sue difficoltà tale da avere la forza di fare un passo indietro, con tutta la difficoltà, anche emotiva, di rinunciare a combattere quella che doveva essere la sua battaglia».

 

 

 

Sul piano medico, «non avendo a disposizione esami e referti non abbiamo certezze - precisa lo psichiatra - ma si può ipotizzare che si sia di fronte a quella condizione che viene definita nel mondo medico Mild Cognitive Impairment (decadimento cognitivo lieve Mci), una condizione di declino cognitivo delle persone anziane non sufficientemente marcato per definire una vera malattia, ma abbastanza rilevante da ridurre il funzionamento quotidiano in modo nettamente superiore al fisiologico declino tipico dell’invecchiamento». È una condizione che «tipicamente peggiora sotto stress cerebrale o sistemico: una notte insonne, un’influenza o altra infezione, l’introduzione di un nuovo farmaco, la disidratazione per il caldo e così via. Questo spiega il suo andamento fluttuante».