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Israele, rivolta di due ministri per l’attacco allo Yemen: cosa non gli va giù

Due membri del gabinetto di sicurezza israeliano - il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, e il ministro della Giustizia, Yariv Levin - non hanno partecipato al voto che ha dato il via libera al raid sullo Yemen, lamentando di essere stati convocati con appena 45 minuti di preavviso, senza avere quindi il tempo di discutere la rappresaglia contro l’attacco missilistico Houthi che aveva causato un morto a Tel Aviv. 

 

  

 

Il vertice, riferisce la testata israeliana Canale 12, era stato convocato dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale israeliano, Tzachi Haneghbi, che avrebbe intimato ai ministri di non avviare un dibattito. Il raid è iniziato quando la riunione, durata quattro ore e convocata eccezionalmente durante lo Shabbat, era già in corso. Smotrich, riferisce Walla, avrebbe rifiutato di partecipare alla seduta perché la Difesa aveva avvertito il Parlamento dell’attacco a operazione ormai avviata. «Ho chiesto di non prendere parte al voto perché dettagli che ci avrebbero consentito di giungere a una decisione non erano stati comunicati al gabinetto», ha scritto Smotrich in una lettera, ottenuta da Canale 12, con la quale ha spiegato la sua decisione, «la questione è stata messa al voto dopo i fatti, come una timbratura». 

 

 

Pur non condividendo il metodo, Smotrich ha però assicurato di essere d’accordo con il merito. «Mi fido della decisione del primo ministro», ha scritto ancora, «allo stesso tempo, possiamo e dobbiamo fare di più». L’attacco, il primo sferrato da Israele contro il territorio dello Yemen, era stato approvato ieri mattina dal ministro della Difesa, Yoav Gallant, durante un incontro con i vertici delle forze armate ed era stato lanciato prima della riunione del gabinetto di sicurezza, che deve approvare ogni iniziativa che possa portare a un conflitto, così da non perdere la finestra di opportunità. Secondo Canale 12, Israele, prima di colpire Hodeida, aveva avvertito gli Stati Uniti e altri partner regionali, tra cui «presumibilmente» l’Egitto.