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Usa, il programma per il super-jet del futuro si è impantanato. Progetto a rischio

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Gabriele Imperiale
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Next Generation Air Dominance: è il nuovo programma altamente classificato dell’U.S. Air Force che promette di dominare i cieli di tutto il mondo. Non solo quindi un progetto per sviluppare un caccia di ultima generazione – così come era noto fino ad oggi – ma un vero e proprio piano per sostituire i F/A-18 “Super Hornet” con un super velivolo. “Un sistema di sistemi”, una piattaforma molto più complesso dei suoi predecessori che avrà con se anche droni da attacco di nuovo tipo conosciuti come “loyal wingman” e denominati “Collaborative Combat Aircraft” o Cca. Come ricostruito da Il Giornale, ci sono ancora però pochi dettagli sul piano messo in campo dall’U.S. Air Force. Quello che sappiamo per certo è molto limitato: a dicembre 2023 i vertici della marina statunitense hanno definito “completa” la fase di perfezionamento del concetto del super velivolo, annunciando lo step successivo, quello di “maturazione”. Fatto questo testimoniato dalla competizione nata tra Boeing, Lockheed Martin e Northrop Grumman per la progettazione del caccia, e quella tra General Electric e Pratt & Whitney per i motori. 

 

 

Ma il programma è ancora lontano dal suo completamento e la sua strada non è di certo priva di ostacoli: il Comitato per i servizi armati del Senato statunitense ha infatti decurtato del 90% i fondi destinati al nuovo caccia della marina. Il Comitato autorizzerebbe infatti solo 53,8 degli oltre 453,8 milioni richiesti e pur sempre lontani dagli 1,53 miliardi proposti in precedenza dai vertici dell’U.S. Navy. Il sito The War Zone ritiene che ci possa essere l'integrazione con altri fondi provenienti da fonti “riservate”, ma a questo punto occorre chiedersi se il futuro del jet F/A-XX e del Ngad non sia davvero a rischio. I militari, dal canto loro, hanno assicurato che il programma si farà. 

 

 

Il segretario dell'Air Force Frank Kendall, a inizio luglio, ha confermato che il super caccia è “vivo e vegeto”; il generale Kenneth Wilsbach, a capo dell'Air Combat Command, gli ha fatto eco sostenendo che a breve verrà annunciato il vincitore della gara d'appalto tra Boeing e Lockheed-Martin. L’unico che sembra meno disposto a investire nuove risorse è il Congresso Usa, sempre più concentrato al mantenimento della forza attuale e su progetti di sviluppo già avviati da tempo e in fase di conclusione. Ma nonostante questo, gli allarmi sulla diminuzione della capacità delle forze aree Usa crescono e i programmi per un nuovo velivolo di sesta generazione sembrano essere più impellenti che mai, anche se dal futuro parecchio incerto. Come scrive Paolo Mauri su Il Giornale, si ha infatti “la sensazione che la politica statunitense sia rimasta “scottata” dall'esperienza fatta con il programma Jsf (Joint Strike Fighter) che ha dato alla luce il caccia omniruolo F-35”. Tutta colpa della complessità della macchina – che è anche stealth – dell’innalzamento dei suoi costi e delle sfide tecnologiche che ha imposto il velivolo multiruolo e che sono ancora in fase di risoluzione.

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