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Russia, giornalista Usa Evan Gershkovich condannato a 16 anni

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Il giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich è stato condannato a 16 anni di carcere per spionaggio al termine di un processo a porte chiuse che si è svolto in tempi record presso il tribunale regionale di Sverdlovsk a Ekaterinburg. La prima udienza si era svolta lo scorso 26 giugno. L’accusa aveva chiesto una condanna a 18 anni.

 

 

 

 

Gershkovich, che ha 32 anni, era stato arrestato a Ekaterinburg, dove si trovava per lavoro, nel marzo dello scorso anno. È stato accusato di aver raccolto, su mandato della Cia, informazioni sulla Uralvagonzavod di Nizhny Tagil, fabbrica dei carri armati. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva denunciato l’esistenza di «prove irrefutabili» della colpevolezza del giornalista, prove che nessuno ha mai esibito e che, come hanno notato in molti, non lo saranno mai. Sempre Lavrov aveva confermato che erano in corso fra Usa e Russia negoziati per lo scambio di detenuti. Il processo a carico di Gershkovich, che si è svolto in sole tre udienze, si è concluso con una sua condanna a 16 anni di carcere da scontare in una colonia penale di massima sicurezza. Il giudice che ha presieduto il caso, Andrei Mineev, ha ricordato, nella sua sentenza, che il giornalista americano non ha ammesso la sua colpevolezza, «ma l’insieme delle prove presentate in aula è stato sufficiente per pronunciare il verdetto di colpevolezza». Il Wall Street Journal ha definito la condanna, che può aprire la strada a uno scambio di detenuti fra Usa e Stati Uniti, scambio fino a ora condizionato da Mosca alla condanna dell’imputato, una «vergogna».

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