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Biden sta per crollare? "Mi ritiro se...", nuovi scenari nella sfida con Trump

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Aveva detto: "Mi ritirerei se non potessi battere Donald Trump? Dipende, se Dio Onnipotente venisse giù e me lo dicesse, potrei farlo". Dopo l'attentato a cui lo sfidante alla Casa Bianca è sopravvissuto, Joe Biden rimodula il suo proposito. Il presidente Usa abbandonerebbe la corsa solamente se glielo consigliassero i suoi medici. «Se emergesse qualche condizione medica, se qualcuno, se i medici venissero da me e dicessero, hai questo e quel problema», ha detto il presidente in un’intervista a Ed Gordon di Bet News. In precedenza, tuttavia, Biden aveva detto che finora nessun medico gli aveva espresso preoccupazioni in questo senso, né gli aveva chiesto di effettuare un test cognitivo, dopo quello al quale si era sottoposto a febbraio, nell’ambito delle annuali visite mediche generali. 

 

Ma il pressing democratico per un ritiro della candidatura ormai tocca i livelli più alti del partito. «La nostra nazione è ad un bivio: una seconda presidenza Trump minerebbe le vera fondamenta della nostra democrazia, e io ho seri dubbi sul fatto che il presidente Biden possa battere Trump a novembre», ha detto Adam Schiff, il deputato democratico che da presidente della commissione Intelligence è stato una delle figure chiave dei processi di impeachment contro Trump, l’esponente più in vista del partito a chiedere pubblicamente a Biden di fare un passo indietro. In una dichiarazione al Los Angeles Times, Schiff, che loda Biden come «uno dei più efficaci presidenti della nostra storia», ricorda che la «scelta di ritirarsi può essere fatta solo dal presidente», ma ribadisce di credere che sia per lui arrivato il momento di «passare la torcia» in modo di «assicurare la sua eredità» permettendo ad un altro democratico di sconfiggere Trump. «C’è un solo obiettivo, sconfiggere Trump, la posta in gioco è troppo alta», conclude la dichiarazione.

 

L’intervento di Schiff ha una sua rilevanza non solo per il fatto che il democratico appare destinato a diventare un prossimo senatore della California. Ma anche perché è uno stretto alleato della ex Speaker Nancy Pelosi, che in queste settimane, ricorda Politico, sta in modo riservato alimentando le preoccupazioni tra i deputati dem sulla capacità di Biden di garantire la vittoria. La presa di posizione di Schiff arriva poi nel giorno in cui sono stati diffusi sondaggi molto negativi per il presidente, come quello del New York Times che dà Trump vincente in tutti gli stati in bilico. O quello, ancora più preoccupante, realizzato da BlueLabs - società finanziata da donatori dem - che mostra come, dopo il disastroso dibattito di Atlanta, Biden abbia perso terreno in 14 stati, compresi i 5 che aveva strappato al tycoon nel 2020: Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Il presidente appare vulnerabile anche in Colorado, Minnesota, Maine, New Mexico, Virginia e New Hampshire. Infine, il dato che dovrebbe essere più allarmante per il team di Biden: il sondaggio trova che ben quattro democratici farebbero meglio del presidente nel duello con Trump negli stati chiave: il senatore dell’Arizona Mark Kelly, il governatore del Maryland Wes Moore, il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer. 

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