Trump, attentatore a soli 150 metri: scatta l'inchiesta federale sulle falle nella sicurezza
Con un fucile semiautomatico a soli 150 metri di distanza da Donald Trump: l’attentato compiuto da un giovane, identificato come un ventenne di nome Thomas Matthew Crooks, originario di Bethel Park, Pennsylvania, è al centro di un’inchiesta dei servizi federali degli Stati Uniti. L’ipotesi, ha riferito l’agenzia di stampa Associated Press, riguarda errori o negligenze nelle misure di sicurezza adottate in vista del comizio dell’ex presidente, candidato alla Casa Bianca per i repubblicani in vista delle elezioni di novembre.
Subito in commissione parlamentare: primi guai per la direttrice dei servizi Usa
Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, Crooks ha sparato più colpi verso il palco dove si trovava Trump «da una posizione elevata fuori dell’area del comizio». Oltre dieci video messi a confronto dall’Associated Press con immagini satellitari del luogo avrebbero rivelato come il cecchino sia riuscito ad appostarsi a portata di tiro del palco, a meno di 150 metri da Trump. I deputati repubblicani hanno annunciato l’intenzione di avviare un’inchiesta parlamentare sui fatti di ieri. Sarebbe in particolare da chiarire come Crooks sia riuscito a raggiungere il tetto di un edificio adiacente all’area della manifestazione subito prima o proprio mentre Trump stava tenendo il discorso. A intervenire è stato anche lo speaker della Camera dei rappresentanti, Mike Johnson, repubblicano. «Il direttore centrale dei servizi segreti Kimberly Cheatle e alcuni altri ufficiali», si legge in un messaggio sul profilo dell’esponente politico sul social network X, «saranno convocati per un’audizione di fronte ai nostri comitati non appena possibile».
Un testimone inguaia i servizi segreti: “Segnalato l'attentatore, ma non hanno fatto niente”