Trump, testimone inguaia i servizi segreti: “Ho segnalato l'attentatore, ma non hanno fatto niente”
«Ho detto agli agenti dei Servizi segreti che c’era un uomo armato di fucile sul tetto ma loro hanno continuato a guardare noi senza fare niente». È virale sui social l’intervista a un sostenitore trumpiano testimone della sparatoria in cui l’ex presidente Usa Donald Trump è rimasto ferito durante il comizio a Butler, in Pennsylvania. La testimonianza è stata raccolta da un giornalista della Bbc che era sul posto. «Stavamo facendo una festa - ha raccontato l’uomo, con ancora indosso il cappello rosso con scritto ‘Trump’ - e quando abbiamo sentito parlare Trump siamo usciti e ci siamo avvicinati al campo, vicino agli alberi. Non potevamo vederlo ma sentire sì». «A un certo punto - ha aggiunto - abbiamo notato un tipo che stava strisciando su un tetto, armato di fucile, era a una cinquantina di metri da noi. Abbiamo guardato con attenzione quel tipo, si vedeva chiaramente che aveva un fucile. La polizia era tutta attorno e noi abbiamo detto ‘Ehi, lì c’è uno armato di fucile’, ma loro hanno reagito tipo ‘cosa sta succedendo?’ e non hanno fatto nulla, hanno guardato me, mentre io continuavo a dire ‘guardate quello sul tetto’».
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«Ho pensato - ha continuato l’uomo - perché Trump continua a parlare? Perché non lo hanno portato via dal palco? Io intanto ho continuato a fissare quel tipo sul tetto, l’ho fatto per tipo due-tre minuti, mentre i Servizi segreti guardavano noi. E a un certo punto ho sentito cinque colpi». Le immagini diffuse sui social mostrano l’attentatore, poi ucciso, in posizione di tiro mentre Trump era impegnato nel suo comizio. Se la testimonianza fosse confermata ciò dimostrerebbe gravi falle nella sicurezza del candidato alla Casa Bianca.